“Ma io due papà o due mamme non li vorrei.” La risposta di una bimba all’affido della coppia gay

affido gay bologna 200Quando sono gli adulti a parlare per i bambini. Su Repubblica del 5 febbraio è comparso un articolo, subito rilanciato da vari siti di informazione, riguardante la storia di Farisa, bambina originaria del Corno d’Africa e affidata il 18 febbraio del 2013 dallo Stato italiano a una coppia omosessuale. Secondo il giudice che si occupa del caso, la bambina, dopo un anno, starebbe bene e non avrebbe risentito di alcuno “scompenso” o conseguenza negativa.

Al coro di compiacimento che è seguito alla pubblicazione dell’articolo a firma di Carlo Verdelli, e ai commenti di quanti si sono espressi senza curarsi di sapere cosa ne pensa Farisa, vorremmo rispondere con il commento di un’altra bambina.

Io non ci vorrei andare in una famiglia così, i bambini a Kinshasa sognano tutti di avere la mamma e il papà come tutti i bambini, non due mamme o due papà.” Parola di piccola congolese, figlia adottiva di una lettrice di Ai.Bi. News. Un commento che, seppure originato dalle polemiche suscitate, a inizio gennaio, dall’intervista al Viceministro Maria Cecilia Guerra, ci aiuta tuttavia a vedere la questione dell’affido e dell’adozione a coppie omosessuali da una prospettiva diversa. Senz’altro più vicina alla sensibilità dei diretti interessati: i bambini.

“Mia figlia, che ha vissuto sulla sua pelle, per 10 anni, l’attesa di mamma e papà”, prosegue la lettrice, nel suo commento, “rinuncia ai suoi programmi preferiti in tv nella spasmodica ricerca di un telegiornale che annunci la buona notizia. E’ profondamente turbata e preoccupata per i piccoli rimasti in attesa dei loro genitori. ‘Mamma – mi ripete – come fanno a non capire che quei bambini vogliono stare con la mamma e con il papà? Perché non possono venire in Italia con le loro famiglie?’”

Al netto della vicenda Congo, dunque, queste sono parole che dovrebbero far riflettere, dettate dall’innocenza di chi ragiona in modo semplice, con parole che scaturiscono dal cuore e da una visione del mondo elementare: al fianco di ciascun bambino, ci dovrebbero essere una mamma e un papà, stop.

A quanto pare, a scegliere i nuovi “zii” di Farisa sarebbe stata la madre stessa. E se una volta tanto parenti, giudici, psicologi e tutori provassero a chiedere direttamente il parere dei bambini?