Maccanti (NAAA): “Ecco come il nostro ente autorizzato ha accolto i bambini adottati del Congo”

maccanti naaaCondensare in 2 giorni ciò che si sarebbe dovuto fare in 3 settimane. Missione non facile, soprattutto se i protagonisti di questo percorso sono genitori e figli che, tra mille difficoltà, hanno dovuto aspettare più di 900 giorni per potersi abbracciare. A riuscire in questa piccola grande impresa è stato il Naaa, ente autorizzato che sabato 7 maggio ha visto 5 sue coppie ricongiungersi finalmente con i loro figli provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo.

Solitamente le coppie italiane trascorrono nel Paese africano 3 settimane in cui iniziano a conoscere la cultura e l’atmosfera del posto, incontrano i loro figli e approfondiscono la loro storia con il personale degli istituti. Ma tutto ciò, in seguito alle note vicende delle adozioni internazionali in Congo, non è stato possibile. Il Naaa, però, ha impostato un’accoglienza davvero degna di questo nome, accompagnando i bambini a un positivo inserimento nelle loro nuove famiglie.

“Le nostre coppie hanno incontrato i loro figli all’aeroporto di Fiumicino – racconta Ingrid Maccanti, presidente del Naaa -, circa 5 ore dopo l’atterraggio dell’aereo su cui viaggiavano i bambini. Da quel momento, con 3 di queste coppie e i loro piccoli, abbiamo vissuto due giorni davvero intensi.

Dall’aeroporto, infatti, il gruppo si è diretto verso un agriturismo alle porte della Capitale, accuratamente scelto da tempo e individuato come il luogo ideale per trascorrere i momenti immediatamente successivi a quel primo abbraccio.

“Da sabato 7 a lunedì 9 maggio i neogenitori hanno potuto conoscere meglio i loro bambini – spiega ancora Maccanti -. In questi due giorni i piccoli hanno realizzato gradualmente il complesso passaggio da quelli che erano stati fino a quel momento i loro punti di riferimento, ovvero i nostri referenti nel loro Paese di origine, ai loro genitori. Grazie a questa gradualità, al termine dei 2 giorni, sono tutti andati via tranquillamente, perfettamente inseriti nelle loro nuove  famiglie”.

Tutto ciò, sottolinea Ingrid Maccanti, è stato possibile grazie alla presenza di un assistente sociale e di un referente del Naaa in Congo, oltre a quella di due psicologhe che hanno favorito l’inserimento dei bambini nel nuovo contesto di vita.

I due giorni in agriturismo, inoltre, hanno rappresentato il punto conclusivo di un percorso iniziato quando i bambini erano ancora in Congo. “Già un mese prima del loro arrivo – ricorda Maccanti – abbiamo iniziato a formare le coppie, a organizzare incontri via skype con i loro figli e preparare questi ultimi in vista dell’incontro”.

Insomma, un esempio di vera accoglienza che famiglie e bambini, dopo quasi 1.000 giorni di attesa, meritavano davvero.