Adozione Internazionale. Può esserci un male più doloroso di rinunciare a una mamma e un papà?

Di nove schede richieste, riguardanti dei bambini dichiarati adottabili, solo con tre possiamo procedere, perché gli altri non vogliono più essere adottati. Una sconfitta per tutti!

Di tutte le notizie difficili da digerire, nel nostro lavoro, non c’è niente di peggio che ricevere dalla referente di un Paese attivo nelle adozioni questa frase: “Delle 9 schede richieste, solo con 3 possiamo procedere, perché gli altri bambini non vogliono più essere adottati!”.
Non ci sono parole adatte per rispondere; solo fermarsi un attimo e riflettere che, per arrivare a questo, significa che stiamo sbagliando: tutto, tutti!

Rinunciare per sempre a una famiglia

Come è possibile che un bambino abbandonato, senza genitori, sia così deluso, affranto, infelice… da non trovare neppure la speranza per desiderare una mamma e un papà?
È qui che si rivela tutto il Male dell’Abbandono, contro il quale lottiamo da decenni e che non riusciamo a sconfiggere ancora. Qui si rivela la fatica di chi pensa di essere da solo a lottare e si chiede: “fino a quando?”.
Perché magari sono già passati anni di attesa senza soluzione, mille desideri infranti, preghiere inascoltate, richieste ignorate da operatori e autorità inefficaci… A quale destino può ancora aggrapparsi, allora, un bambino abbandonato ormai privo di speranza?
Ma, soprattutto, come può sopravvivere un bimbo così, che non ha mai provato il calore del grembo di una madre in cui respirare conforto e fede, o le braccia avvolgenti di un padre pronte a sorreggerlo nei momenti duri?

Davvero il bambino è al centro?

E, allora, come operatrice dell’Adozione Internazionale, mi interrogo se davvero il sistema sia a “misura di bambino” o se invece sia pieno di operatori ignavi e burocrati che svolgono mansioni di routine senza spendersi abbastanza; senza fare un passo oltre lo standard; senza alzare la testa dalle carte e guardare quel bambino negli occhi, ascoltare il suo urlo di angoscia che provoca l’abbandono e fare di tutto per dargli una degna risposta.
Altrimenti, annichilito e sopraffatto dal peggio che esista, sconvolto dal nulla che ormai lo logora dentro e lo lascia in un silenzio letale, come potrà un bambino che non ha mai provato l’affetto di una famiglia (o ne ha un’esperienza distorta), volere una mamma e un papà?
Dopo anni di tentativi di reinserirlo in una famiglia d’origine difettosa in partenza; dopo mille rinvii che causano solo stagnazione e si risolvono in una sentenza di adottabilità che arriva quando il minore è ormai totalmente compromesso; dopo soluzioni ibride, come vediamo qui in Italia, di adozioni aperte, miti, dimezzate, un po’ di qua e un po’ di là… Finisce che di nove bambini solo tre rimangono a desiderare fortemente di cambiare il proprio destino.
Proviamo a figurarceli questi sei angeli perduti? O giriamo la testa con un conciso e colpevole: “Non mi riguarda?”
Ormai non possiamo più rispondere alla graffiante disillusione che ha colpito quei sei piccoli bambini che hanno perso la scintilla vitale del desiderio di una famiglia, ma che comunque rimarranno nel nostro cuore spezzato per l’ingiustizia che gli abbiamo causato, senza dargli una degna fine!
Ma tanti altri bambini come loro possono ancora essere salvati, invece.
Bambini come Vlora, di 5 anni, dall’Est Europa; o come Jordan, dal Sud America, che da 11 anni aspetta una famiglia. O, ancora, come Kirana e Stojko, due fratelli che sognano insieme di stringere le mani dei loro nuovi genitori.
Possiamo ancora cambiare il destino di questi piccoli che ancora non si rassegnano a non avere una famiglia e desiderano con tutto il cuore di sentirsi dire da una mamma e un papà: “Ti voglio bene”.

Alice Paolin
referente adozione internazionale di Ai.Bi. – Amici dei Bambini ETS, sede di Mestre (VE)

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it