Manifesto Oltre la Crisi, verso le 10mila firme: parte il tam-tam delle coppie, 1079 adesioni raccolte grazie al passaparola di una sola famiglia

«Perché ho tanti amici. Non è merito mio!» è il commento di Adelio Cattaneo, 56enne insegnante della provincia di Como e, assieme alla moglie Emilia, tre volte papà adottivo. «Nel ’93 avevamo fatto qualcosa di simile per la ratifica della Convenzione dell’Aja. Perché allora non riproporla in quest’occasione?», racconta il prof. Cattaneo per descrivere l’iniziativa con la quale ha promosso il Manifesto Oltre la Crisi, contenente nuovi principi di legge per una riforma dell’adozione internazionale. Lo scorso maggio ha raccolto l’appello di Ai.Bi. Stampata una copia del Manifesto e dotatosi dell’apposito foglio per le sottoscrizioni, lo ha presentato a conoscenti, amici e vicini utilizzando una formula tanto efficace quanto semplice, a portata di tutte le coppie. Vediamo insieme come ha fatto.

Adelio, con la sua azione ha sospinto il totale delle sottoscrizioni a quota 8326. Come ha realizzato questo nuovo boom di firme?
Il grosso dell’organizzazione si è svolta in parrocchia a Cermenate, nella bassa comasca, dove sono residente. Ottenuto il permesso del parroco mi sono messo a raccogliere firme dopo la Messa, con una breve presentazione al termine delle funzioni. A scuola invece è successo quasi tutto grazie al passaparola tra le famiglie: nelle ultime settimane di lezione i genitori dei miei alunni passavano spesso in istituto per ritirare pagelle e attestati. Così mi sono messo a sensibilizzarli e anche lì chi voleva firmava.

E sua moglie, come le ha dato una mano?
Mia moglie portava sempre il foglio con sé, lo ha portato anche al mercato. Ad ogni buona occasione lo tirava fuori e parlava della proposta di legge, proponendo ai nostri conoscenti di firmare.

Nel Manifesto sono diversi i punti di riforma studiati per alleggerire il percorso, burocratico e non, delle famiglie adottanti. Le coppie come reagivano?
Tutte molto d’accordo, devo ammettere. In particolare con la proposta di adozioni a costo zero, che, di questi tempi, non può che fare piacere. Chi non vorrebbe pagare di meno per la propria famiglia? Ma è stato soprattutto lo snellimento dei tempi ad aver fatto piacere alle coppie. Abbiamo incontrato amici che ci raccontavano di persone intrappolate nell’iter adottivo. Qualcuno ha anche denunciato il numero dei viaggi che ha dovuto affrontare per andare a incontrare e prendere il figlio all’estero. E poi i colloqui: più volte abbiamo incontrato casi di coppie che hanno smesso la procedura perché i servizi sociali mettevano loro i bastoni tra le ruote, e i 6 mesi di attesa per l’idoneità diventavano un anno, poi un anno e mezzo