Migranti: la Commissione EU adotta nuova agenda per una soluzione solidale e condivisa. Concord Italia delusa: “Passi avanti sì, ma deboli”

gommoneFinalmente c’è una risposta europea al fenomeno dell’immigrazione. L’Agenda europea presentata mercoledì 13 maggio dalla Commissione Ue è un importante passo avanti, atteso soprattutto dall’Italia, in prima fila nell’emergenza.

Con questo piano l’Europa si assume le sue responsabilità politiche e morali, mettendo in campo proposte e risorse per affrontare sia il versante dell’emergenza sia quello della ricollocazione dei profughi in modo solidale e condiviso tra tutti gli Stati membri.

Per la distribuzione di 20mila profughi nei campi extra Ue, è prevista la relocation obbligatoria, dalla fine di maggio inizierà la redistribuzione dei richiedenti asilo che arrivano o sono già arrivati in Europa. Le quote di redistribuzione degli immigrati sono state calcolate sulla base di quattro criteri: numero di abitanti del Paese Ue, Pil, numero di profughi già presenti nel Paese e tasso di disoccupazione. La prima nazione per numero di profughi da accogliere è la Germania (18,42%), seguita dalla Francia (14,17%), l’ultima il Lussemburgo (0,85%). La Spagna ne accoglierà il 9,10%, la Polonia il 5,64%.

In Italia arriveranno il 9,94% di 20 mila profughi (meno di 2000) che attualmente risiedono in campi profughi all’estero e che hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati (reinsediamenti), e l’11,84% dei richiedenti asilo già presenti in Europa o che entreranno direttamente in territorio europeo (ricollocamenti). Ma considerato già l’impegno, il nostro Paese sarà esonerato dall’accoglienza di nuovi richiedenti asilo.

Un insieme di misure sostenute da una dotazione di 60 milioni di euro che i Paesi europei del Mediterraneo avranno a disposizione per gestire le emergenze dei flussi migratori..

Intanto per affrontare l’emergenza alla radice, l’Ue intende distruggere i barconi degli scafisti sulle coste libiche prima che partano. Ma occorre una collaborazione con la Libia. L’operazione sarebbe contenuta nel piano strategico sull’immigrazione che dovrebbe essere approvato dai ministri degli Esteri dell’Unione europea lunedì 18 maggio.

Nel medio periodo il Piano dell’Europa punta a bloccare l’ immigrazione irregolare, di qui la volontà di rafforzare la missione civile europea in Niger in collaborazione con Acnur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati). In Niger, infatti, transita il 90% dei migranti dell’Africa Occidentale verso la Libia. In Questo Paese Acnur assiste circa 100 mila persona. Con il suo aiuto e con quello del Niger, 20 mila profughi potrebbero essere trasferiti in aereo nei paesi europei. Si trattarà del più imponente ponte umanitario mai realizzato in Europa dai tempi dei profughi kosovari traferiti in Sicilia nel 1999.

Cauto entusiasmo manifesta Concord Italia, network di ong per lo Sviluppo e l’emergenza. Francesco Petrelli, portavoce di Concord Italia, afferma: “Ci auguriamo che questo piano rappresenti un inizio, ma i passi fatti in avanti sono deboli”.

Tra le positività, Petrelli riconosce al primo posto la volontà di superare la frammentazione degli interventi di risposta all’emergenza e soprattutto della politica di medio periodo. Secondo, il fatto che ci sia in agenda il tema della condivisione delle responsabilità a livello europeo e terzo- per quanto si capirà solo in seguito- la volontà di cambiare il mandato di Triton, per farlo assomigliare a Mare Nostrum. “Un riconoscimento implicito di quello che Concord Italia sosteneva già sei mesi fa”, evidenzia Petrelli.

Ma non mancano le criticità. Sempre il portavoce di Concord Italia sottolinea: “L’Agenda in realtà non fornisce l’alternativa al traffico di persone che temo resterà fiorente nel Mediterraneo”. Altro punto poco chiaro- aggiunge Petrelli- è la modalità con cui verrà garantita la sicurezza nel Mediterraneo e come verrà attuata la distruzione dei barconi. Infine- evidenzia- resta irrisolta la questione delle quote tra i Paesi EU, con alcune nazioni che già si sono defilate dall’impegno. Petrelli conclude: “Accogliere ventimila persone richiedenti asilo è come togliere un bicchiere d’acqua da una vasca”.