Milano. “All’improvviso Komir”: nel silenzio imprevedibile dell’accoglienza anche il volto del male viene redento…e la dolcezza di Komir apre i cuori alla speranza”

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La lotta tra il bene e il male e il potere salvifico dell’ accoglienza  nel momento in cui quest’ultima diventa occasione di rinascita per un bambino che vive il dramma del suo abbandono (ma anche  per chi si  fa carico del suo destino).

Perché la vera vittoria è aprire il proprio cuore ai più fragili, come i bambini abbandonati. E in nome loro mettere in discussione tutto: denaro, potere ma anche la tua stessa vita, ‘scoprendo’ così un pertugio che apre la strada alla redenzione dello stesso male 

Tutto questo è “All’improvviso Komir”, il film di Rocco Ricciardulli, con la partecipazione speciale di Gaia Amaral. Il film, presentato all’Italian film festival di Berlino nel 2015 e al “Concorso Rivelazioni” della Cineteca Italiana di Milano, è stato proiettato ieri sera, 08 novembre, all’UCI Cinemas Bicocca di Milano.

La pellicola narra di due micro criminali della periferia milanese, della loro inconsapevole e disperata ricerca di una via d’uscita. Sarà Komir, un bambino albanese comparso dal nulla, a ridare finalmente un senso alle loro esistenze. Gianni e Sandro verranno catturati dall’innocenza del piccolo Komir, si legheranno a lui, fino a diventarne inaspettatamente responsabili del suo destino.

Il film girato con pochissimi mezzi, grazie al sostegno logistico di alcuni comuni lucani e al contributo di partners privati, è patrocinato da Ai.Bi, Amici dei Bambini.

Quello che maggiormente colpisce – dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi che ieri ha presenziato alla proiezione milanese – è il devastante  silenzio del bambino. Per tutta la durata del film non parla, sussurra solo alla fine il proprio nome ma in realtà non ha bisogno di parlare. A farlo sono i suoi occhi, intensi, ‘perforanti’”. 

E ancora una volta si scopre come un bambino abbandonato conosca una sola, ma importante nota : quella del sentimento nel suo silenzio assordante’: eccolo  il ‘grido ’ del bambino abbandonato , l’unico  linguaggio  capace di perforare il cuore anche del più malvagio degli uomini”.

Un silenzio miracoloso che fa da fil rouge in tutto il film, diventando il vero e unico protagonista. “E’ infatti nel silenzio imprevedibile dell’ accoglienza – precisa il Presidente di Ai.Bi – che anche il volto del male viene redento…e Komir apre i cuori alla speranza”.

Nel film il vero vincente è, dunque, Komir per quanto la sua situazione di bambino abbandonato, solo e in balia di criminali non sembra giocare a suo favore. Perché in un mondo fatto di soprusi e di ingiustizie, ci si aspetterebbe che ad avere la meglio, a comandare siano proprio i prepotenti e i truffatori.

Ma in realtà è Komir che con la sua innocenza e il suo sguardo ‘pulito’ e carico di ‘appello’, piano piano forza il cuore dei  due criminali – continua Griffini – Loro scopriranno, grazie a Komir, come in una rivelazione, che oltre al denaro, al potere e alla desolazione, vi possono essere anche altri  valori nella vita: più veri e sinceri”.