Milano. Dibattito su adozione e affido “Perché un figlio adottivo accoglie un bambino abbandonato?”

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Il ritiro dell’emendamento della senatrice Francesca Puglisi (Pd), l’11 marzo, con cui nei fatti si dice di no all’adozione ai single sta alimentando un intenso dibattito tra politici e rappresentanti della società civile con il formarsi di netti “schieramenti”. Da una parte c’è chi fa un’alzata di scudi invocando la parità tra famiglia e single e chi invece difende la distinzione tra affido e adozione come due forme di accoglienza precisando quanto la seconda sia più consona per il bene del bambino in un contesto in cui ci siano una mamma e un papà.

Anche di questo, ma soprattutto della bellezza dell’accoglienza, si parlerànel corso dell’incontro organizzato dal Gruppo famiglie locale della Lombardia di Amici dei Bambini che si svolgerà il 15 marzo al Centro Servizi alla Famiglia “Fidarsi della Vita”, in viale Affori 12, a Milano.

Lo spirito dell’incontro è mettere in evidenza quanto l’abbandono non sia una vergogna ma un dono di cui andare talmente tanto orgogliosi da volerne dare testimonianza a parole e nei fatti.

Questo lo spirito dell’incontro organizzato dal Gruppo famiglie locale della Lombardia di Amici dei Bambini che si svolgerà il 15 marzo al Centro Servizi alla Famiglia “Fidarsi della Vita”, in viale Affori 12, a Milano.

L’incontro sarà dedicato al tema dei figli adottivi e affidatari che diventano a loro volta genitori adottivi e affidatari e vedrà la testimonianza di Sara, ex bambina abbandonata, ora mamma biologica e adottiva e di Claudio, anche lui bambino abbandonato, ora papà biologico e affidatario: ha aperto infatti con la moglie una casa famiglia.

Lo scopo dell’incontro – dice Cristina Riccardi consigliera di Ai.Bi., Amici dei Bambini per il settore Accoglienza temporanea  – è proprio quello di trasmettere con i fatti concreti, attraverso le parole, le emozioni e i visi di chi ha vissuto in prima persona  l’adozione o l’affido, quanto sia meraviglioso il dono dell’accoglienza, di quanto non bisogna  vivere con vergogna l’abbandono e quanto invece questo sia un’occasione di rinascita”.