Milano. La grande città che attira sempre più gente, ma non fa più figli

Su Il Foglio Maurizio Crippa si chiede i motivi di un problema più culturale che socio-economico

Perché la ricca Milano, la città dei grattacieli, attira sempre più gente, ma non fa più figli? A chiederselo è Maurizio Crippa in un articolo su Il Foglio. Già, perché il capoluogo lombardo ha superato il milione e 400mila residenti con 40mila nuovi cittadini solo nel 2019 (mentre da Torino se ne vanno, pare, 500 persone al mese) ma, sempre nello stesso anno, ha fatto registrare il dato più negativo in termine di nascite?

Di solito”, spiega e si spiega Crippa, la questione è affrontata da un punto di vista “socio-economico”. Precarietà, assenza di servizi come gli asili nido, la mancanza di equilibrio tra vita privata e lavoro per le donne. Ma, dice Crippa, “non è il precariato”, la causa principale dell’assenza di figli.

Una ricerca europea di un paio di anni fa”, commenta, “rilevava che con l’aumento del grado di istruzione e dei gradi di carriera diminuisce ancora di più la propensione a fare figli. E c’è ad esempio da notare che il calo delle nascite riguarda tanto le donne italiane che straniere, segno di una assimilazione culturale avvenuta”. In negativo, da questo punto di vista.

Dunque è un modello sociale, culturale, di come si immagina la propria vita e il proprio futuro e non solo un problema economico”, prosegue Crippa che aggiunge “è soprattutto l’impalpabile, eppure evidentissimo, ‘indice di fiducia nel futuro’, che determina le scelte. Soprattutto dei giovani”, chiudendo con una riflessione: “la nostra società ha forse deciso di morire? Sono domande a cui anche una città ricca e attenta ai diritti come la nostra dovrebbe prestare attenzione”.