Milano. Natale in coda. Migliaia di anziani e lavoratori in fila per il pane… come ai tempi della guerra

Il sabato in viale Toscana accorrono anche quattromila persone. Il lockdown si è abbattuto come un macigno sui precari

A Milano c’è il Natale delle code fuori dai negozi scintillanti in Galleria Vittorio Emanuele II, ma non è il solo. Perché, nell’anno della pandemia, il Natale è anche quello degli anziani e delle persone che, a migliaia, si mettono in file per il pane e un piccolo dono solidale messo a disposizione dalla sede di una storica onlus locale (Pane Quotidiano) in viale Toscana, a due passi dalla sede della prestigiosa Università Bocconi. Un resoconto lo da il Corriere della Sera. E fa riflettere. “Il sabato – si legge nell’articolo – arrivano anche a quattromila”. “L’accaparramento del cibo a terra – si legge ancora – è la scena che parla da sola. C’è solo questo momento di calca in ore e ore di attesa ordinatissima e al 99% con la mascherina(…)”.

Milano. Fila per il pane: una calca che rende la drammaticità del momento

Una calca che, tuttavia, rende bene la drammaticità della situazione provocata da una pandemia che ha tolto il reddito e il lavoro a molti lavoratori fragili che, in un recente passato, riuscivano comunque ad andare avanti. Ma senza sostegno e senza aiuti, senza questo supporto farebbero ora fatica a mangiare. “Montavo stand: è saltato tutto. Questo aiuto per noi è indispensabile”, dice Alberto, senza paga da febbraio, da quando, cioè, è arrivato il maledetto virus. Sabina 68 anni, non ha la pensione e vive con suo figlio 45enne. Pure lui disoccupato. Ma anche i pensionati non se la passano bene. “Ho 80 anni ma riesco ancora a venire fin qui; la mia pensione è bassa e una volta pagato l’affitto iniziano i problemi e, non mi vergogno a dirlo, anche per cose primarie come il cibo”, spiega il signor Lamberto, che vive nel lontano quartiere di Greco. Il lockdown, su queste categorie, si è abbattutto come un macigno e senza pietà ha spazzato via tutto. In primis la speranza.

Milano. Fila per il pane: come ai tempi della guerra

Le scene drammatiche di viale Toscana sembrano quelle che, nelle fotografie in bianco e nero sui libri di storia, venivano scattate in tempo di guerra. Solo che qui la guerra non c’è. Ci sono delle misure di contenimento rigidissime che, quando vengono applicate, schiacciano il diritto a un’esistenza dignitosa di molte persone che vivono grazie ad occupazioni fragili, precarie. Queste immagini riportano, dunque, a un passato terribile. Un passato che, sulla loro pelle, hanno vissuto i nostri nonni o bisnonni. Le stesse generazioni che, dopo quelle tragedie, ricostruirono l’Italia. Chissà se i loro nipoti, un domani, potranno farne tesoro.