Milano. Palladino (Italia) “Con il metodo No Trap mettiamo il bullismo in trappola”

paladinoTendiamo troppo spesso a sottovalutare il fenomeno del bullismo, a considerarlo un’esperienza ‘normale’, che non merita attenzione perché in fondo ‘si tratta solo di uno scherzo’, di qualcosa che è sempre esistito”.  A lanciare l’allarme è Benedetta Palladino, ricercatrice all’Università di Firenze, dipartimento di scienze della formazione e psicologia, che è intervenuta nel corso del “BIC ANTI-BULLYING PROGRAM” il Training for trainers che nell’ambito del progetto Daphne si sta svolgendo nella sede di Ai.Bi a San Giuliano Milanese (dal 17 al 21 ottobre).

La professoressa Palladino è un’ esperta del  “Metodo The Notrap!” e nel corso del suo intervento ne ha illustrato le peculiarità.

NoTrap! (Noncadiamointrappola!) è un programma di prevenzione del bullismo – ha detto – e del cyberbullismo rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado basato sul modello della peer education. L’efficacia del programma è stata dimostrata a livello scientifico con una riduzione significativa dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo (il 30%), della sofferenza delle vittime e un miglioramento delle condizioni di benessere dei ragazzi e delle ragazze”.

A partire da un modello di peer education/support, i ragazzi diventano gli attori principali lavorando sia nel contesto faccia a faccia (in classe) sia in quello online nella community del sito www.notrap.it. Gli insegnanti, dopo una formazione specifica, assumono un ruolo cruciale di supervisione del progetto e del lavoro dei peer educators.

Alcuni arrivano a pensare che il bullismo possa addirittura far bene perché fortificherebbe il carattere e preparerebbe alle inevitabili sofferenze della vita.

Purtroppo gli studi ci dicono che in realtà i bambini e gli adolescenti che sono coinvolti nel fenomeno ne soffrono intensamente – ha precisato – e questa sofferenza lascia in loro cicatrici emotive profonde in grado di influenzare le scelte di vita future”.

Chi subisce ripetutamente prepotenze dai compagni vive in un costante stato di ansia, paura e tristezza. A volte prova rabbia verso se stesso perché vorrebbe reagire ma non ci riesce. Spesso perde la fiducia in se stesso e finisce per convincersi di meritare tutte le cattiverie di cui è vittima.

In alcuni casi si innesca un circolo vizioso che coinvolge anche il rendimento scolastico: la vittima di bullismo o cyberbullismo inizia a andare male a scuola perché incapace di concentrarsi di reagire alla situazione.

Questa sofferenza e mancanza di autostima ha aggiuntoa lungo andare potrebbero portare a disturbi psicologici più gravi che accompagnano la vittima fino all’età adulta”.

Con l’uso sempre più massiccio delle nuove tecnologie di internet e degli smartphone, oggi questi episodi possono accadere anche online, sui social o su altri applicativi  che i ragazzi utilizzano per comunicare. In questo caso si parla di cyberbullismo o di bullismo online.

Si stima che circa 200 milioni di bambini e di giovani nel mondo siano vittime di bullismo – ha precisato – Un numero elevatissimo, che dà l’idea di quanto il diritto a condurre un’infanzia ed un’adolescenza serena sia in troppi casi violato. Il bullismo è prima di tutto questo, la violazione di un diritto. E purtroppo è un trend in continuo aumento tanto al nord quanto al sud. Per questo bisogna non fare spegnere mai le luci sulla garvità di questo fenomeno e lavorare a braccetto con docenti e genitori. Perché il bullismo riguarda direttamente i bambini  negli adolescenti ma non lo si può capire fino in fondo e quindi debellarlo se non inserito nel contesto più generale”.