bullismo, a Firenze il convegno Bullying Boooh per condividere strategie di prevenzione in contesti a rischio per i minori

Minori. Bullismo: il Convegno di Ai.Bi. e Università di Firenze presenta le strategie europee per prevenirlo nei contesti più a rischio

L’evento, denominato ‘Bullying Boooh’, è in programma presso l’Istituto degli Innocenti e ha l’obiettivo di fornire agli ‘addetti ai lavori’ che operano nei sistemi di protezione all’infanzia strumenti innovativi ed efficaci, condivisi a livello europeo, per costruire relazioni positive e sicure tra i minori ospiti di queste strutture

Nel corso dell’appuntamento sarà presentato il Programma educativo ‘BIC’ (Bullying in Institutional Care), ideato specificamente per questi luoghi e sperimentato per due anni grazie al co-finanziamento della Commissione Europea, con il coinvolgimento di dieci partners provenienti da cinque Paesi europei

bullismo, a Firenze il convegno Bullying Boooh per condividere strategie di prevenzione in contesti a rischio per i minoriCondividere tra ‘addetti ai lavori’ le più innovative ed efficaci strategie di prevenzione del bullismo elaborate e validate a livello europeo per diffonderle nei contesti socio-educativi residenziali, ritenuti particolarmente a rischio, in modo da consentire agli operatori di combattere questo pericoloso fenomeno: è l’obiettivo del Convegno internazionale ‘Bullying Boooh’, organizzato da Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini e Università di Firenze, con il patrocinio della Regione Toscana e in programma presso la Sala Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti (p.zza della Santissima Annunziata, 12 – Firenze). Un appuntamento pensato soprattutto per educatori, assistenti sociali e, in generale, tutti i professionisti che operano in contesti di protezione all’infanzia.

Ma quali sono questi contesti residenziali? Si tratta di strutture in cui vengono collocati bambini allontanati temporaneamente dalla famiglia di origine, poiché quest’ultima si trova in condizioni di particolare criticità, con la speranza che il lavoro dei Servizi sociali possa far recuperare ai coniugi le competenze genitoriali perdute. In Italia, in particolare, tali strutture sono principalmente le comunità educative (che accolgono al massimo 12 ragazzi). Secondo quanto pubblicato dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nel nostro Paese al 31 dicembre 2015 i bambini e i ragazzi accolti in queste comunità erano 21.035 (+1.790 unità rispetto all’anno precedente), per il 68% maschi e nel 48% dei casi stranieri.

Secondo gli ultimi dati ISTAT, ad essere maggiormente colpiti da atti di bullismo in Italia sono i ragazzi della fascia di età che va dagli 11 ai 13 anni (22,5%), in leggera prevalenza femmine (20,9%). Curioso che, sempre secondo l’ISTAT, siano i liceali gli adolescenti maggiormente soggetti (19,4%) rispetto agli studenti degli istituti professionali (18,1%) o degli istituti tecnici (16%). Interessanti anche le ‘strategie’ che le vittime scelgono per cercare di difendersi: il 69,9% delle femmine e il 60,4% dei maschi trova utile rivolgersi ai propri genitori, mentre il 41% del totale – quasi un minore su due (44,8% delle femmine e 37,4% dei maschi) – ritiene opportuno attivarsi direttamente con le figure di riferimento, a scuola come nella comunità in cui ci si trova a vivere.

La risposta al problema, per chi si prende cura di questi minori, è a portata di mano: arriva da competenze e strumenti specifici, elaborati al fine di creare contesti positivi e sicuri in cui bambini e adolescenti possano vivere la loro quotidiana relazione tra pari. “Boooh, boooh”, infatti, è la forma espressiva della denigrazione propria del ‘gruppo’ a fronte della presa di distanza e del dissenso in contesti di gioco propri dell’età pre-adolescenziale e adolescenziale. Un’espressione che, negli ultimi tempi, sfocia sempre più spesso in fenomeni di bullismo. Ma quando lo scherzo e il gioco diventano bullismo? In quali contesti e con quali caratteristiche? Come lavorare per prevenire un fenomeno sempre più dilagante? Sono alcuni degli interrogativi al centro dell’appuntamento fiorentino.

I relatori del Convegno offriranno alla platea strumenti specifici per poter educare bambini e adolescenti ospiti di strutture residenziali a una relazione “positiva”. Gli strumenti  elaborati e condensati nel Programma educativo ‘BIC’ (Bullying in Institutional Care), ideato specificamente per questi luoghi e sperimentato per due anni grazie al co-finanziamento della Commissione Europea, con il coinvolgimento di dieci partners provenienti da cinque Paesi europei. Proprio questi esperti racconteranno ai partecipanti le loro esperienze, chiarendo su che cosa è necessario focalizzare l’attenzione in modo sinergico e illustrando nel dettaglio il Programma.

Si confronteranno sul tema relatori nazionali e internazionali, rappresentanti del mondo accademico, della società civile organizzata, delle autorità locali e centrali e delle istituzioni europee. Saranno presenti specialisti provenienti da vari centri universitari: Università degli Studi di Firenze (Italia), Università Babes-Bolyai di Cluj Napoca (Romania), New Bulgarian University di Sofia (Bulgaria) e Università KatHO – Catholic University of Applied Sciences di Colonia (Germania).

Ma all’appuntamento sono stati invitati a parlare anche rappresentanti della società civile attivi nel campo dell’educazione e della protezione all’infanzia provenienti dall’Ecole Samuel Vincent di Nimes (Francia), dall’Eadap – The Society for the Development and Creative Occupation of Children di Atene (Grecia), dal Nadia (Bulgaria) e da Par – Respostas Sociais (Portogallo).

Tra i momenti più interessanti previsti dal programma dell’evento, la messa in onda di uno spot realizzato con i bambini coinvolti nel percorso sperimentale.