I MISNA in Italia superano la soglia dei 20mila: urge l’affido internazionale!

Guerra in Ucraina e instabilità internazionale hanno fatto aumentare il flusso di minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia. Il Governo ha alzato a 100 euro il contributo giornaliero per i Comuni, ma serve cambiare il sistema di accoglienza alle radici. A partire dall’Affido Internazionale

I numeri del ministero parlano chiaro: nel giro di tre anni il numero di minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia è sostanzialmente triplicato: dai 7.080 del 2020 ai 20.032 di oggi.
Certo, la guerra in Ucraina ha dato un notevole contributo, con 5 mila minori arrivati nel nostro Paese dallo scoppio del conflitto, ma la questione è molto più ampia e i movimenti coinvolgono molti più Paesi da ben prima che la guerra aggiungesse un altro fronte. La crisi economica in Egitto e Tunisia, per esempio, ha impresso una spinta decisiva alla migrazione da quei Paesi, che, come numero di presenze, sono secondi solo, per l’appunto, all’Ucraina ma, specie per l’Egitto, non così distanti. (i MISNA ucraini sono 5.073, ovvero il 25,3% del totale; quelli egiziani sono 4.862, il 24,3%).
D’altra parte anche l’ultimo rapporto di monitoraggio annuale, relativo al 2021, aveva evidenziato l’aumento e le carenza, che, ora, si sono intensificate ulteriormente. Da qui l’esigenza di tornare a chiedere, con forza, l’istituzione di un sistema di affido internazionale, con norme certe che lo regolamentino e la realizzazione di corridoi umanitari che permettano ai minori di venire in Italia in modo sicuro, nel rispetto delle misure di protezione dell’infanzia previste dall’ordinamento.
Sono queste le linee fondamentali del progetto Family to Family che verrà presentato nei prossimi giorni alla Viceministro del Lavoro, con delega alle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci.

Le difficoltà del sistema di accoglienza

Oggi, l’aumento dei MISNA ha creato difficoltà, in particolare, ai sistemi di accoglienza delle regioni più esposte verso il Mediterraneo, Sicilia e Calabria in testa, con numeri più che raddoppiati.
La risposta del Governo è stata quella di aumentare fino a 100 euro il contributo giornaliero riconosciuto ai Comuni per ciascun minore accolto, mentre il fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati prevede una dotazione totale di 118 milioni per il 2023 e 166 per il 2024, a cui ne sono stati aggiunti oltre 58 per l’accoglienza dei minori dall’Ucraina.
Ma non sono solo i fondi a preoccupare, perché la carenza principale è quella delle strutture, a partire da quelle di prima accoglienza gestite dallo Stato, il cui progetto di implementazione stenta non poco.
Non se la passa meglio il sistema Sai gestito dai Comuni, che dovrebbe accogliere i MISNA in una fase successiva più a lungo termine: i posti disponibili sono 6.347, che, di fronte al totale dei minori citato prima, si capisce non siano abbastanza.
L’altro fronte sul quale si cerca di intervenire è quello dei tutori volontari che seguono l’educazione e l’inserimento dei minori stranieri nella società. I 3.500 tutori attualmente attivi erano già in difficoltà, ma di fronte all’impennata di arrivi sono decisamente insufficienti.
Per non parlare degli affidamenti familiari, che oggi sono una soluzione solo per l’1% dei MISNA
Insomma, c’è senza dubbio bisogno di uno sforzo collettivo che vada in ogni direzione per far fronte in maniera efficace al problema dei MISNA: ragazzi che scappano da contesti di guerra, povertà e pericolo e che hanno il diritto di trovare in Italia accoglienza e una nuova possibilità di futuro.