Moldova. La vecchia ”Casa Aschiuta” apre le porte ai medici che lottano contro il Coronavirus

La ex casa di accoglienza aperta da Amici dei Bambini per bimbi in difficoltà famigliare ora riapre le porte agli eroi che combattono il Covid

Anche la Moldova è stata colpita dal Coronavirus. Secondo gli ultimi dati offerti dal Ministero Moldavo della Salute, Lavoro e Protezione Sociale, all’attuale momento ci sono 4476 contagi confermati, 1658 pazienti guariti, 143 deceduti e ben 37809 monitorati al domicilio. Dal totale dei contagi confermati, in oltre 900 casi si tratta di personale medico. Le cifre sono, purtroppo, allarmanti per un paese così piccolo com’è la Moldova (poco più di 2 milioni di abitanti).

Per proteggere la propria famiglia, alcuni medici che lottano per salvare vite, scelgono di non tornare a casa dopo aver fatto il turno in ospedale. C’è chi non ha visto i figli per settimane, con la speranza di poterli riabbracciare presto, quando tutto sarà finito.

Moldova: per i medici anti Coronavirus una vecchia struttura di Amici dei Bambini

È anche il caso di 13 medici dell’Ospedale del Pronto Soccorso di Chisinau che, anziché tornare a casa, si fermano negli spazi della vecchia “Casa Aschiuta” gestita dall’organizzazione “Ave Copiii” che, da un paio di anni, non accoglie più bambini in stato di difficoltà familiare. Infatti, dopo la chiusura del centro di accoglienza temporanea per bambini abbandonati, la “Casa Aschiuta” è stata riorganizzata per accogliere, temporaneamente, care leavers in uscita dall’internat numero 2, offrendo anche spazio per attività ludiche dedicate a tutti gli adolescenti del quartiere. Ricordiamo che “Casa Aschiuta” è stata tra i primi, con il sostegno di Ai.Bi., ad accogliere bambini abbandonati nel municipio di Chisinau, nel lontano 1995 ed è, anche ora, tra i primi a dare una mano a chi ne ha bisogno, in questo caso – agli eroi in camice bianco.

I nuovi ospiti, dunque i 13 medici dell’ospedale del pronto soccorso, dispongono del minimo necessario per poter riposare dopo il turno in ospedale nonché per potersi sentire protetti, avvalendosi di mascherine, guanti e disinfettante messo a disposizione. Quello che apprezzano di più è l’ambito quasi familiare che hanno trovato: un balcone ed un cortile dove poter respirare aria fresca, senza la mascherina, ed una piccola cucina dove poter cucinare.

Con il contributo di alcuni enti economici locali ma anche usando le proprie riserve, “Ave Copiii” riesce a coprire una spesa settimanale che include dei prodotti alimentari basici per la colazione e una merenda pomeridiana.

“È una goccia nell’oceano – dice Mariana Ianachevici, direttrice dell’organizzazione moldava “Ave Copiii”però speriamo possa aiutare, almeno un po’”.