In fuga dalla guerra: “Ora la mia nuova terra sarà la Moldova. Qui farò crescere i miei figli”

La storia di una famiglia ucraina che scappa dalla guerra e trova accoglienza in Moldova, a Pelinia. Un’accoglienza commovente e generosa, al punto da far decidere che quello è il luogo in cui poter ricominciare

Quello di Drochia è uno dei distretti moldavi i cui cittadini hanno aperto le porte delle loro case per accogliere la popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Tra le famiglie arrivate, in particolare, al villaggio di Pelinia, c’è quella di Anastasia, una donna giunta in Moldova nel mese di marzo insieme alla suocera e alla figlia di soli 7 mesi. Le tre hanno subito trovato l’accoglienza di una coppia di anziani del villaggio che hanno condiviso la loro casa e le hanno trattate come delle figlie.

Un’ospitalità che lascia senza parole

“La nostra famiglia deve ancora imparare molto sull’ospitalità – ricorda con emozione Anastasia dopo essere tornata da qualche settimana in Ucraina, a Ovidiopol. La disponibilità delle persone che abbiamo incontrato per la prima volta e il modo in cui ci hanno fatto sentire durante la nostra permanenza in Moldova ci ha lasciati senza parole.”
A contribuire a creare questo legame tra i profughi ucraini e le famiglie del villaggio di Pelinia è stata un’equipe formatasi per l’occasione tra persone che, prima, non avevano mai collaborato come unità: il prete, la direttrice della biblioteca pubblica (dove si svolgono le attività del progetto #Bambinixlapace” di Ai.Bi.) e, ovviamente, gli abitanti della comunità.
Dopo qualche settimana che Anastasia si trovava a Pelinia è stata raggiunta dalle sue sorelle e cognate con i loro bambini, per un totale di 10 persone, tutte ospitate nelle case degli abitanti del villaggio. I bambini sono stati iscritti alla scuola locale e integrati nelle attività della biblioteca, dove hanno conosciuto i bambini moldavi e sono diventati amici, venendo invitati nelle loro case per condividere giochi e merende.

Tornare in Moldova per cominciare una nuova vita

Grazie ai contatti attivati dalle persone del villaggio, Anastasia ha potuto trovare un lavoro presso una clinica del vicino distretto di Bălți. Le è stato persino cucito un costume medico dagli operatori del Centro Artigianale della comunità, in quanto lei non ne aveva uno. E mentre la giovane mamma lavorava (come medico ORL), assistendo i bambini moldavi, la figlia Veronica era curata dai nuovi nonni, che con l’aiuto dei vicini sono riusciti anche a procurarle un cibo speciale, data la sua allergia, un seggiolino e dei vestiti.
Con lo stipendio preso dopo il primo mese e mezzo di lavoro Anastasia ha potuto organizzare il ritorno in Ucraina, dove intende ultimare la documentazione necessaria per un eventuale trasloco. La famiglia, infatti, sta prendendo in considerazione un possibile cambio di vita, tornando in Moldova e rimanendo lì, dove “si sta meglio”, tanto dal punto di vista materiale che “umano”.
La “prova” è in uno dei post pubblicati da Anastasia sui social e dedicato alla famiglia moldava che li ha accolti.

Eccolo tradotto:
Solo parole di ringraziamento per le persone con il grande. Vorrei dire tante cose, ma so che poi avreste pianto sia Voi sia io… Vi siamo molto grati per l’aiuto che ci avete dato in questi momenti così difficili per noi: Vi auguro di vivere ancora tanti anni di una vita lunga e felice, salute e solo felicità 🌷🌷🌷.
In tutto questo tempo Voi siete diventati per noi molto cari, Vi sentiamo vicini ai nostri cuori. A volte, non proviamo sentimenti così forti nemmeno per i nostri parenti 🤗🤗🤗.
La mia piccola Veronica non è mai stata tenuta d’occhio con tanta premura da quando è nata. In questo breve tempo siete diventati la nostra famiglia
🌹🌹🌹.
Vi
amiamo tutti.
A
Voi un immenso ringraziamento per la Vostra umanità e un grande inchino.
La vostra nipote Nastiusha e bisnipote Veronica