Monya Ferritti (Care) : “Passare dalla testimonianza alla contaminazione. Il futuro delle adozioni internazionali è ‘Nelle nostre mani’”.

family labTrasparenza, sostenibilità dell’adozione, contaminazione e Rete. Questi sono i valori guida e gli obiettivi de “Nelle nostre mani”  il tavolo congiunto di enti autorizzati, associazioni familiari e servizi territoriali uniti da un unico scopo: rilanciare l’adozione internazionale, nato dal Family Lab che si è svolto sabato 09 maggio a Roma. Un tavolo operativo, unico nella storia delle adozioni, che si pone come punto di riferimento istituzionale per individuare e risolvere le esigenze e i bisogni del settore.

“Solo facendo rete tra tutti gli attori del settore – dice  Monya Ferritti, presidente del Care – e ascoltando le varie ‘voci’ si riesce realmente ad avere un quadro completo e a fare squadra. Perché  l’unione fa la forza”.  

Il tavolo “Nelle nostre mani”  nasce dall’incontro “Family Lab – Esperienze e confronto sull’adozione”, convocato dal Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete (Care) per discutere sui temi rilevanti e trasversali relativi all’accoglienza dei bambini abbandonati di tutto il mondo.  Al meeting, patrocinato dalla Regione Lazio e dal Primo Municipio di Roma Capitale e incentrato sull’accoglienza dei bambini abbandonati di tutto il mondo,  ha partecipato una folta rappresentanza di enti autorizzati, regioni, servizi territoriali e associazioni familiari.

Un appuntamento fondamentale nella storia delle adozioni – continua Ferritti – perché mai così tante ‘voci’  si sono ritrovate tutte insieme per confrontarsi, fare sinergia e delineare strategie comuni”.

Trasparenza, iter burocratici più snelli e riduzione dei costi “sono i temi ‘caldi’ –  precisa Ferritti – legati alla realtà dell’adozione di cui si ‘lamentano’ in modo trasversale enti, associazioni, famiglie e servizi sociali. Il tavolo congiunto  avrà proprio lo scopo di fare dialogare costantemente questi vari ‘attori’ alla ricerca costante di soluzioni operative”.

Per Ferritti tutti a vari livelli sentono le esigenze di parlarsi e comunicare fra di loro “gli enti, le associazioni familiari e i servizi territoriali: finora sono state isole a se’. Il ‘quid’ di questo tavolo congiunto è l’interazione  tra i vari attori”.

Quale sarà il modus operandi del tavolo “Nelle nostre mani”?

La contaminazione  – precisa la presidente del Care –  Con i nostri rappresentanti e operatori cercheremo di essere presenti nelle varie realtà: da quelle istituzionali e politiche a quelle sociali e civiche. Il nostro scopo è favorire, agevolare e suggerire un’adozione sostenibile per la famiglia adottiva, dal punto di vista dei costi, della trasparenza, dei servizi”.

Per fare ciò è necessario fare rete “nel rispetto delle proprie individualità – continua Ferritti -, ognuno sarà portatore del proprio spaccato, ognuno è il tassello di un’unica ‘prospettiva’ condivisa”.

Nello spirito del “family friendly “tutti devono chiedersi ‘cosa posso fare io per le adozioni – aggiunge la presidente del Care – e proporre operativamente e concretamente le azioni da mettere in campo  per mettere in movimento un sistema virtuoso che abbia come valori la trasparenza e l’etica”

“Il tavolo costituisce la base di partenza per affrontare –  conclude Ferritti– successivamente, i temi caldi tra i quali costi, servizi e post adozione”. Questi, infatti, sono gli argomenti caldi su cui si continuano a confrontarsi e interrogarsi gli “attori” che a vario titolo si occupano delle adozioni: dai servizi sociali, agli enti autorizzati, alle associazioni familiari.