Nel silenzio generale dei media e della politica si celebra oggi la Giornata Mondiale del Rifugiato.

A chi interessano gli 80 milioni di persone in fuga dalle loro case? La difficile presenza di Ai.Bi. nei campi profughi degli sfollati di Idlib in una Siria ormai dimenticata

Secondo il Global Trends, rapporto dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati sono state nel 2019 79,5 milioni le persone costrette a fuggire dal proprio Paese a causa di guerre, violenze e carestie. Più dell’1% della popolazione mondiale e sono sempre meno le persone che riescono a farvi ritorno.

Un problema quello delle migrazioni che tutti gli Stati a livello mondiale hanno ben presente. Risale infatti a fine 2018 la firma del “global compact for migration” a cui avevano aderito oltre 150 Paesi tra cui l’Italia che però non aveva ratificato.

Secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, è necessario adottare un atteggiamento profondamente nuovo e aperto nei confronti di tutti coloro che fuggono, ma l’Italia cosa sta facendo per favorire l’inclusione di queste persone fragili che scappano da situazioni di guerre e violenze inaudite?

La giornata del rifugiato si compie nel silenzio della politica.

È difficile declinare all’interno dei singoli Stati politiche efficaci di inclusione sociale, quando il primo pensiero spesso sembra essere il tornaconto elettorale.

L’uomo in questo modo diviene “precario” perché gode di un’accoglienza prevista a tempo.

Il rifugiato diviene un uomo senza terra, senza casa non solo materialmente ma anche nel cuore, perché non gli viene data la possibilità di costruire un nuovo progetto di vita

Uomini, donne e bambini in fuga continua dalle loro case come ad Idlib in Siria, giunta ormai al decimo anno di conflitto. Esseri fragili, che negli occhi portano l’orrore della guerra e sono alla ricerca di un porto sicuro dove poter ricominciare a vivere, anche se sotto una tenda.

Ai.Bi. lo sa bene essendo l’unica ong italiana ad operare fra i campi profughi della zona di Idlib, la  zona più dimenticata della Siria, con la campagna #nonlasciamolisoli, nata nel 2013 per far si che su questo dramma e su queste famiglie non scendesse l’oblio… ma la politica Italiana se ne ricorda?