Neonato abbandonato nella notte in strada a Verona. Griffini (Ai.Bi.): “Una culla per la vita in ogni comune, subito”

“Istituzioni investano su una comunicazione efficace e multilingue che informi dell’esistenza della legge sul parto in anonimato”

Un altro neonato abbandonato in strada. Questa volta è accaduto a Verona, nel quartiere Golosine. Il bimbo, di circa un mese, è stato trovato da due agenti della Questura locale che stavano pattugliando la zona intorno alla mezzanotte di ieri, mercoledì 14 ottobre. I sanitari del 118 hanno poi provveduto a trasferire il bimbo all‘Ospedale della Donna e del Bambino, dove è stato prontamente ricoverato in terapia internsiva.

Sono in corso al momento delle indagini per cercare di risalire all’identità della madre o di chi, comunque, possa averlo abbandonato. Un episodio, quello di Verona, che rinnova l’urgenza di promuovere l’istituzione di una legge che preveda l’obbligo per ogni comune di istituire una “culla per la vita”, oltre alla necessità di un’adeguata promozione della legge sul parto in anonimato. Una battaglia, questa, portata avanti da tempo dal presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini.

Neonato abbandonato in strada nella notte a Verona. Un altro…

“Bisogna investire il prima possibile sulle culle per la vita – ha commentato Griffini – promuovendo l’istituzione di una legge che preveda l’obbligo, per ogni comune o almeno per ogni capoluogo di provincia, di predisporne una sul proprio territorio. In secondo luogo, ma non per importanza, bisogna che il Governo e le istituzioni investano su una comunicazione efficace e multilingue che informi dell’esistenza della legge sul parto in anonimato. Bisogna promuovere queste realtà, farle conoscere. Soprattutto a chi è più difficile da raggiungere, come per esempio donne straniere e fragili, che non si può certo sperare sappiano da sole, per mezzo di qualche illuminazione improvvisa, dove reperire le informazioni. In televisione passano pubblicità istituzionali di ogni tipo, ma nessuna inerente la salvaguardia della vita dei neonati. Lo trovo francamente assurdo e piuttosto sconfortante. L’Italia è un paese che, con una denatalità galoppante, ha un bisogno importante di speranza, di futuro. E quale segnale migliore, allora, rispetto a quello di voler salvare delle vite di bambini, che del futuro e della speranza sono il simbolo più concreto?”.