Ancora un neonato abbandonato: a Milano nell’androne di un palazzo

“La madre è morta di parto, il padre non può tenerlo”… il drammatico biglietto, scritto in arabo, ritrovato accanto al bimbo di appena un mese, abbandonato nell’androne di un palazzo popolare nella periferia di Milano

L’impressionate serie di abbandoni di bambini che si sta registrando in Italia non si arresta.
Dopo il caso in provincia di Torino e quello in provincia di Roma , nel pomeriggio di mercoledì 31 gennaio, nella periferia ovest di Milano, un bimbo di appena un mese è stato abbandonato nell’androne di un palazzo popolare.
Il piccolo, che è stato portato al Policlinico in condizioni stabili, aveva con sé un biglietto scritto in arabo, in cui si leggeva: “La madre è morta di parto, il padre non può tenerlo”.
Il ritrovamento è avvenuto intorno alle 17, quando un uomo di origine nordafricana ha sentito il pianto del bambino, che era dentro un passeggino davanti a una porta al piano terra del caseggiato Aler del quartiere Giambellino. L’uomo ha dato l’allarme e ha mostrato ai carabinieri e ai soccorritori del 118 il messaggio lasciato dal padre disperato.
Poco dopo, però, la situazione si è fatta confusa, quando alcuni abitanti dello stabile hanno iniziato a urlare che volevano dire la verità e hanno indicato una giovane inquilina come la madre del neonato. I carabinieri hanno interrogato la donna, ma non hanno trovato riscontri alla sua maternità. Si ipotizza che si sia trattato di una manovra diversiva per coprire il vero padre o per sottrarre il bambino alle autorità.
Il piccolo è stato trasportato al Policlinico di Milano in codice giallo, dove è stato sottoposto a esami e accertamenti. L’ospedale ha segnalato l’arrivo al pm di turno, che è subentrato come tutore legale. Le sue condizioni sono stabili e non sembra aver subito maltrattamenti.

Gli strumenti per contrastare questa serie di abbandoni

Questi casi mettono ancora in prima piano l’importanza  di una efficace campagna di comunicazione che possa far conoscere la possibilità del parto in anonimato, un diritto per tutte le madri che possono recarsi in ospedale e partorire in sicurezza, senza alcuna discriminazione rispetto alle madri che partoriscono non in anonimato.
Oltre ai Centri di aiuto alla Vita (CAV), associazioni di volontari finalizzate all’aiuto di donne alle prese con gravidanze difficili o indesiderate, in Italia sono presenti Culle per la vita come  quella aperta da Ai.Bi. – Amici dei Bambini a San Giuliano Milanese.
In Italia, sono solo una sessantina le distribuite in maniera non omogenea nel Paese. Per questo, Ai.Bi. sta lavorando a una proposta di legge per rendere obbligatoria l’istituzione di un Culla per la Vita in ogni comune.