Nepal: “l’amore per Victoria mi ha cambiato per sempre”

Una foto vista casualmente sfogliando il giornale durante la colazione può far nascere un vero, grande amore. Nel settembre del 2010 una donna danese, Cecilia Hansen,  vede un’immagine molto triste: una bambina senza nome è ripresa nel suo letto d’ospedale, è in cura per il suo cranio enorme, una deformazione che potrebbe portarla alla morte. Nessun orfanotrofio l’ha voluta prendere, e le infermiere la chiamano Ghane, grande testa in nepalese, un nome che rappresenta il triste destino della bimba. Solo un’operazione molto costosa al cervello potrebbe salvarla dalla morte.

La foto sul giornale descrive lo stato malinconico e triste della bambina malata. L’immagine è vista casualmente da Cecilia Hansen, una manager delle risorse umane in un’azienda danese di logistica, mamma di un bambino di 4 anni. La foto vista sul giornale colpisce Cecilia nel profondo, tanto che la sera stessa cerca notizie su Internet, chiede per e-mail ai giornalisti dove può trovare informazioni su quella bambina malata. La signora Hansen scopre dove si trova l’ospedale dove è ricoverata Ghane, e anche la sua malattia, e inizia a discuterne con i medici nepalesi. La piccola ha accumulato acqua nella scatola cranica, e per salvarla bisogna intervenire. Cecilia inizia a chiedersi se è disposta a provare a spendere una cifra di soldi consistente per aiutare una bambina che conosce solo in fotografia.

Dopo mesi di ricerca Cecilia Hansen trova un medico che è disponibile ad operare la piccola Ghane, e invita la signora nel Paese asiatico. Cecilia decide così di affrontare il viaggio per salvare quella bambina dal cranio deforme ormai entrata nel suo cuore.  La donna ha confessato alla Bild am Sonntag che la foto di quella bambina l’ha commossa così profondamente perché ha immaginato suo figlio Sebastian in una situazione simile, e un simile pensiero l’ha scossa come nessun’altra cosa. Il primo novembre la donna danese vola a Kathmandu, la capitale del Nepal. Il viaggio e l’operazione costano 4mila euro, provenienti dalle finanze della famiglia. Cecilia afferma di non essere ricca, ma rimarca come la scelta fosse tra un’altra vacanza e la salvezza di una vita umana. Nessun dubbio su cosa fare, e la signora Hansen raggiunge il Nepal dove incontra per la prima volta Ghane in ospedale. La bimba è avvolta in un lenzuolo, è ricoperta di ferite, sporca, ma Cecilia piange per la gioia di averla finalmente incontrata. Dopo che Ghane è stata lavata e curata dalla sua nuova mamma, la piccola finalmente sorride. “In quell’attimo ho capito di aver fatto la scelta giusta”.  E per la prima volta la bambina si addormenta con al fianco una persona che le vuole bene.

Dopo due giorni Ghane è trasferita in una clinica privata, dove l’operazione della speranza viene effettuata, un cranio che pesa 20 chilogrammi e potrebbe provocare la morte della bimba. Quando le infermiere accolgono la piccola, Cecilia dice che si chiama Victoria. E all’inizio le cure per l’operazione di riduzione del cranio hanno successo, grazie alla lenta fuoriuscita dell’acqua. Dopo 14 giorni di speranza e amore Cecilia deve tornare in Danimarca, e accarezzando per l’ultima volta la piccola Vicky, le dice che ce la farà, e si rivedranno presto. La piccola sorride. Dopo l’espulsione dell’acqua la nuova operazione per riformare il cranio della bambina va ancora bene, ma la bambina si ammala.

I medici informano Cecilia dell’evoluzione, tenendola aggiornata per Sms. La mamma danese si sente disperata, vorrebbe ritornare per aiutare la sua piccola Vicky. Dopo due giorni di sofferenze il cuore della bimba cede, per i postumi dell’operazione. Una morte che devasta Cecilia, accaduta due mesi esatti dalla scoperta della fotografia di Ghane/Victoria. L’aver conosciuto la piccola, averla aiutata è un pensiero che conforta la signora Hansen, che a fine mese volerà in Nepal per prendere gli oggetti di Vicky, la sua coperta. Un modo per tenerla sempre con sé, perché Cecilia sa che Victoria non abbandonerà mai il suo cuore.

(Fonte: Giornalettismo.it 8/3/2011)