Nicaragua: Possibili ritardi nelle procedure adottive. Ecco come funziona il sito di un’Autorità Centrale

sito cai 16 giugnoSe si è una coppia di aspiranti genitori adottivi e si vuole restare sempre informati su quanto avviene nel mondo dell’adozione, bisogna sperare di non essere italiani. Se “sfortunatamente” ci si trova nel nostro Paese, invece, è necessario consultare spesso i siti delle Autorità Centrali straniere. Perché, negli ultimi anni, attendere che il portale della Commissione Adozioni Internazionali aggiorni le famiglie sugli sviluppi delle pratiche adottive nei vari Paesi è diventato sempre più come aspettare Godot.

Modalità completamente opposte rispetto a quelle utilizzate, per esempio, da Dipartimento di Stato americano, in seno al quale opera l’Autorità Centrale statunitense per le adozioni internazionali. Tra le diverse notizie apparse recentemente sul suo sito, una espone dettagliatamente la situazione relativa a presunte “incongruenze nelle procedure del Nicaragua” per l’individuazione dei minori adottabili. Il Dipartimento di Stato raccomanda quindi ai futuri genitori adottivi e agli enti autorizzati di essere consapevoli che “gli sforzi del governo del Nicaragua” per fare luce sulla situazione “potrebbe comportare ritardi nelle procedure adottive” nel Paese centroamericano.

L’Autorità Centrale Usa cerca comunque di “garantire che tutte le adozioni in Nicaragua da parte dei cittadini statunitensi siano svolte in maniera etica e trasparente, in conformità con la legge del Nicaragua e nel superiore interesse del bambino”. Infine si da spazio a un’indicazione pratica per le famiglie coinvolte: “I bambini del Nicaragua, già adottati o in corso di adozione da parte di cittadini Usa – precisa il sito americano – possono fare domanda di un visto di immigrazione negli Stati Uniti solo dopo aver completato il processo di adozione nei Tribunali del Nicaragua”.

Un aggiornamento preciso e un impegno costruttivo, quelli assunti dall’Autorità Centrale Usa, che, attraverso questo breve articolo, conferma la tendenza a un costante scambio di informazioni con le famiglie.

Tutto il contrario di quanto accade, ormai da due anni, nel nostro Paese. Anche in Italia ci sono enti autorizzati operativi in Nicaragua, ma sul sito della Cai non c’è traccia di informazioni simili a quelle fornite dal Dipartimento di Stato americano. Possibile quindi che numerose coppie instradate o in attesa sul Nicaragua siano state lasciate, al momento, prive di notizie importanti. Senza contare che molti enti che adottano in Centro America, pur non lavorando direttamente in Nicaragua, potrebbero essere comunque interessati a quanto avviene in un Paese vicino a quelli in cui sono operativi.

Il sito Usa, solo tra maggio e la prima metà di giugno, ha pubblicato notizie relative alle adozioni internazionali in Messico, Ghana, Haiti, Uganda e lo stesso Nicaragua. La Cai, nell’ultimo mese e mezzo, si è limitata invece a dare conto dei primi dati sulle adozioni internazionali effettuate nel 2014 e 2015 – tra l’altro in clamoroso ritardo rispetto alla prassi – e ad annunciare, il 24 maggio, che “presto” (dopo quasi 3 anni di attesa!) tutti i bambini adottati nella Repubblica Democratica del Congo sarebbero arrivati in Italia, diffidando da “inutili e dannose strumentalizzazioni”.