Niente cancellazione per i Tribunali dei minorenni

Bloccata la riforma Cartabia nella parte in cui prevedeva la cancellazione dei Tribunali per i Minorenni. Una vittoria del buonsenso. Ma rimane da lavorare per garantire sempre meglio l’interesse superiore dei minori

L’obiettivo era un po’ velleitario e di fatto irrealizzabile “a costo zero”, come invece previsto. Dunque, non stupisce più di tanto la notizia che la parte della riforma Cartabia, che prevedeva la cancellazione dei Tribunali per i minorenni e la nascita di 140 sezioni circondariali del nuovo Tribunale unico delle persone e delle famiglie, non si farà-
Almeno fino al 2026, come dovrebbe prevedere la proroga che, sulla linea di quanto successo negli ultimi due anni, arriverà a confermare l’attuale situazione, con solo qualche piccola modifica.

Tribunali dei minorenni: quale futuro?

A comunicarlo, come riporta il quotidiano Avvenire, è stato il senatore Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, che ha anticipato la creazione di “sezioni specializzate per non disperdere le competenze attuali”.
Arriva così a una (provvisoria) conclusione una questione che per lungo tempo è stata al centro di vibrate e argomentate proteste, ma, come giustamente sottolinea lo stesso giornale della CEI, la situazione nel suo complesso è tutt’altro che risolta, visto che una parte della riforma Cartabia è comunque già in essere e ha già avuto effetti concreti sulle decisioni dei giudici.
L’esempio riportato da Avvenire è quello dell’articolo 403, che “legittima l’allontanamento urgente del minore dalla propria famiglia disposto dalla pubblica autorità, senza tuttavia prevedere adeguate garanzie di controllo”. La riforma Cartabia è intervenuta indicando tempi stringenti da rispettare e step precisi su chi va informato, ma non ha indicato un protocollo sul modo in cui i bambini devono essere allontanati dalle famiglie. Da qui le diverse denunce per soprusi e violenze arrivare in questi anni alle forze dell’ordine, “colpevoli” di essere intervenute su richiesta dei servizi sociali in molti casi in cui i genitori si opponevano all’allontanamento dei figli.

23 casi di allontanamento ogni giorno

Non a caso, anche la garante per l’infanzia e l’adolescenza, Marina Terragni, ha invitato ministero della Giustizia e della Famiglia a mettere a calendario un incontro che ponga le basi per un protocollo nazionale condiviso da rispettare in casi come questi.
E non si pensi che, in fondo, è una questione che riguarda pochi casi, perché i dati più recenti parlando di 8mila casi all’anno! Quasi uno ogni ora.
C’è ancora, e tanto, da lavorare per assicurare il superiore interesse dei minori.
Non a caso, anche il Forum delle Associazioni Familiari ha definito la decisione, in un comunicato, come “un atto di realismo, ma anche un’occasione preziosa per ripensare, con coraggio e responsabilità, l’intero impianto della giustizia a tutela dei minori e delle famiglie”
“È positivo – ha preseguito il presidente Adriano Bordignon – che si sia scelta una strada che non smantella, ma valorizza ciò che funziona, a partire dal contributo fondamentale dei giudici onorari. Tuttavia, non possiamo ignorare le criticità ancora aperte: la carenza di organico, l’assenza di protocolli chiari per gli allontanamenti, la paralisi dell’attività ordinaria, il rischio concreto che, senza risorse adeguate, l’urgenza travolga il resto. I minori non possono pagare il prezzo di riforme a costo zero o di scelte legislative affrettate. Decidere della vita di un bambino significa esercitare un potere altissimo che va bilanciato da garanzie forti e da strumenti idonei”