“Noi che abbiamo adottato con il cuore il Nepal, non possiamo dimenticarci dei bambini e delle mamme di Kathmandu: una donazione può salvare una vita”

mamma nepalRestano attoniti di fronte alla televisione, vedono scorrere il Nepal devastato. Forse, avrebbero potuto esserci anche loro in mezzo a quelle macerie. Safalta e altri bambini come lei: loro sono alcuni dei minori nepalesi adottati in Italia dalle mamme di Ai.Bi. Amici dei Bambini. Nati e cresciuti a Kathmandu, molti di loro hanno vissuto i primi anni di vita nei centri e gli istituti per minori. Tra loro ci sono i fratelli e gli amici d’infanzia dei bimbi adottati in Italia.

Mia figlia è stata fortunata – dicono Marco e Paola, papà e mamma di Safalta, 9 anni – : siamo andati in Nepal 5 anni fa, quando Safalta aveva solo 4 anni. Siamo rimasti là per oltre un mese e mezzo: abbiamo avuto modo di visitare il Paese in profondo e apprezzare soprattutto la gente, di straordinaria forza e dignità”. Mentre di ora in ora si aggiorna il bilancio dei morti e feriti, il pensiero di Paola e Marco è ai bambini rimasti orfani che non hanno avuto la stessa fortuna  di Safalta e che in questi giorni rischiano di morire a seguito del terremoto.

“Ma la nostra mente e cuore è anche a quelle mamme – continuano – che stanno vivendo momenti terribili di angoscia e dolore incommensurabile. E’ a loro soprattutto che deve andare non solo la nostra stima ma anche e soprattutto il nostro sostegno psicologico e materiale”.

Proprio a loro, perché c’è un legame indissolubile tra Nepal e Italia. Si vede negli occhi di questi bambini, cresciuti all’ombra dell’Himalaya. Si vede nei loro sguardi, intensi e bellissimi, spesso malinconici quando vedono la distruzione di Kathmandu. Riconoscono le strade della loro infanzia, oggi devastate. Alcuni di loro hanno vissuto in Nepal fino a 4 anni, prima di venire adottati. Come Safalta, oggi in Italia coi suoi genitori adottivi.

Così mentre Safalta pensa ai suoi amichetti di Kathmandu e si chiede se stanno bene, mamma Paola pensa alle sue ‘omologhe’ del Nepal per le quali il 10 maggio, festa della mamma, sarà un giorno più triste e più difficile del solito.

Ma è, invece, in una giornata come questa che bisogna pensare a chi è meno fortunato: per loro Ai.Bi. ha lanciato la campagna “Aiuta una mamma  del Nepal” :  con una donazione puoi fare la differenza per tante mamme e bambini che hanno perso tutto. Amici dei Bambini ti invierà una email con una pergamena nella quale verrà spiegato il regalo simbolico che hai scelto per lei. Sarà un modo concreto per farle sentire il tuo amore.

«I primi giorni immediatamente dopo il sisma – racconta papà Marco -, nostra figlia ha preferito non parlare del terremoto e noi abbiamo rispettato questa sua scelta. Abbiamo immaginato che, come tutti noi, stesse soffrendo di quello che stava accadendo e potesse essere preoccupata per il destino dei suoi amici e familiari. Guardava le immagini in tv chiusa nel suo silenzio, nessun commento, nessuna reazione”.

Solo qualche giorno dopo “Safalta spontaneamente si è avvicinata a noi  –  aggiunge – e ci ha chiesto di poter recitare una preghiera per la sua amica Rita e le mamme di Kathamandu”.

C’è una parte del suo cuore lassù, in mezzo all’Himalaya. E’ nata lì, nella povertà più estrema, Soffrono i bambini nepalesi d’Italia, ieri come oggi.

“Mai come adesso – dice Marco– è importante donare per consentire a questi bambini e alle loro mamme, le cure necessarie, acqua, medicinali, un tetto sopra la testa: non possiamo abbandonarli lì tra le macerie e a rischio di epidemie, colera, ipotermia”.