Non solo Royal Baby. Chi pensa a tutti i bambini meno fortunati nel mondo?

royal babyBello, ricco e famoso lui. Belli, ricchi, nobili e felici i genitori. Stiamo parlando del Royal Baby, il figlio di Kate Middleton e del principe William, che è nato sotto i riflettori e l’affetto, la curiosità, l’attenzione del mondo.

Per un erede al trono baciato dalla fortuna, ci sono milioni di bambini per i quali il futuro è solo un enorme punto interrogativo. Uno slalom tra pericoli che minano la loro stessa sopravvivenza.

In continenti come l’Africa e l’Asia sopravvivere al primo anno di vita è già di per sé una fortuna. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parlano chiaro. Primo. Quasi il 40% dei minori sotto i cinque anni che muoiono ogni anno non raggiungono il primo mese di vita. Mentre tre neonati su quattro muoiono già nella prima settimana.

Secondo. Nel mondo ogni ora muoiono 95 neonati perché per varie cause non hanno latte. Statistiche alla mano, un bambino etiope ha la possibilità di morire entro i primi cinque anni di vita trenta volte maggiore di un bambino europeo. Inutile sottolineare che i neonati muoiono soprattutto in Africa sub-sahariana.

Terzo. Fa rabbia sapere che con una migliore assistenza medica, ogni anno si potrebbero salvare circa 6 milioni di bambini. C’è chi nasce tra pizzi e merletti e chi invece vede la luce in Paesi dove la maggiore parte degli abitanti vive con meno di un dollaro al giorno. Con queste premesse è ovvio che il parto sia un evento di solito gestito tra le mura domestiche. Dove il medico è quasi sempre un lusso.

Non a caso l’Oms informa che le maggiori cause di morte tra i neonati sono la nascita prematura, il peso, le infezioni, la mancanza di ossigeno e i traumi subiti durante il parto. Senza contare che circa 500mila partorienti muoiono ogni anno di parto, mentre sono otto milioni le donne che annualmente partoriscono con delle complicazioni.

 

Fonte: giornalettismo.com