Nuovo monito di Papa Francesco contro il giornalismo spazzatura “Disinformazione, diffamazione e calunnia sono peccato”.

“Comunicazione calunniosa, così fanno le dittature“ è il messaggio arrivato dalla città del Vaticano. A dirlo Papa Francesco nell’omelia della messa a Santa Marta facendo presente che in tanti Paesi oggi si usa questo metodo per distruggere istituzioni o persone.

Il re Acab desiderava la vigna di Nabot e gli offrì del denaro ma l’uomo rifiutò. Allora Acab su consiglio della moglie crudele, Gezabèle, lo fa accusare di falsità, e poi prende possesso della sua vigna.

La storia narrata nelle letture di Nabot al quale re Acab sottrasse la vigna con la calunnia e’ paradigmatica del modo di procedere di tanta gente di “tanti capi di Stato o di governo“. Si usa la “comunicazione calunniosa” e si arriva alla dittaturaha detto Papa Francesco in un’omelia a Santa Marta. 

Così l’episodio biblico ha offerto a Bergoglio lo spunto per puntare nuovamente il dito contro la comunicazione malvagia e le fake news.  Solo qualche anno fa, sempre durante un’omelia a Santa Marta, riprendendo l’abitudine di «dire soltanto la metà che ci conviene», o raccontare per «rovinare la fama di una persona», o «dire cose che non sono vere», e quindi «ammazzare il fratello» aveva affermato con forza  che «Disinformazione, diffamazione e calunnia sono peccato».

Anche nella vita quotidiana è così ” – ha detto il Papa se si vogliono distruggere istituzioni o persone, si comincia a sparlare. Inizia tutto con una bugia e, dopo aver distrutto sia una persona sia una situazione con quella calunnia, si giudica e si condanna.”

Incomincio con la comunicazione: sparlare, calunniare, dire scandali e comunicare scandali” – ha proseguito Papa Francesco – “e’ un fatto che ha una seduzione enorme, una grande seduzione. Si seduce con gli scandali. Le buone notizie non sono seduttrici: ‘Si’, ma che bello che ha fatto!’ E passa… Ma uno scandalo: ‘Ma hai visto! Hai visto questo! Hai visto quell’altro cosa ha fatto? Questa situazione… Ma non può, non si può andare avanti così!’. E così la comunicazione cresce, e quella persona, quella istituzione, quel Paese finisce nella rovina. Non si giudicano alla fine le persone. Si giudicano le rovine delle persone o delle istituzioni, perché non possono difendersi“.

Rimasto  volutamente sul generico, Papa Francesco ha ripetutamente messo in guardia di come “le dittature adulterano la comunicazione”.

Tante persone, tanti Paesi distrutti per dittature malvagie e calunniose. Pensiamo per esempio alle dittature del secolo scorso. Pensiamo alla persecuzione degli ebrei, per esempio. Una comunicazione calunniosa, contro gli ebrei; e finivano ad Auschwitz” – ha ricordato il Papa – “perché non meritavano di vivere. Oh… e’ un orrore, ma un orrore che succede oggi: nelle piccole società, nelle persone e in tanti Paesi. Il primo passo e’ appropriarsi della comunicazione, e dopo la distruzione, il giudizio, e la morte“.

Anche oggi, in tanti Paesi, si usa questo metodo: distruggere la libera comunicazione” – ha detto il Papa – “Per esempio, pensiamo: c’è una legge dei media, di comunicazione, si cancella quella legge; si dà tutto l’apparecchio della comunicazione a una ditta, a una società che calunnia, dice delle falsità, indebolisce la vita democratica. Poi vengono i giudici a giudicare queste istituzioni indebolite, queste persone distrutte, condannano, e così va avanti una dittatura. Le dittature, tutte, hanno incominciato così, con adulterare la comunicazione“.