Nuovo naufragio nel Canale di Sicilia: si temono 700 vittime. Basta morti: urge l’Affido internazionale per i minori non accompagnati

naufragio2E’ corsa contro il tempo, nel canale di Sicilia. Con una temperatura di 17 gradi, è possibile che ci siano ancora superstiti in balia delle onde. Ma è ormai chiaro che questa è una nuova ecatombe: nella notte un peschereccio con a bordo centinaia di migranti si è capovolto a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile battente bandiera portoghese ha finora recuperato solo 28 superstiti e 24 cadaveri. I racconti dei sopravvissuti parlano di circa 700 persone che mancherebbero all’appello, se così fosse questa potrebbe diventare la più grave strage di migranti di sempre.

Dal peschereccio in avaria, secondo le prime informazioni, era stata lanciata ieri una richiesta di aiuto al centro nazionale soccorso della Guardia Costiera.

La sala operativa del Comando generale delle Capitanerie di porto ha dirottato un mercantile portoghese. E’ verosimile, secondo quanto si è appreso, che, alla vista del mercantile, i migranti si siano portati tutti su un lato del peschereccio, facendolo capovolgere.

Nella zona sono stati dirottati numerosi altri mezzi che sono ora impegnati nelle ricerche di eventuali altri superstiti. Oltre a unità navali e aree militari di Italia e Malta, alle ricerche partecipano anche gli equipaggi di sei pescherecci italiani, appartenenti alla marineria di Mazara del Vallo (Trapani).

Come sempre tra le vittime, ci saranno decine se non centinaia di bambini, senza parenti, partiti per cercare qui la salvezza dalla guerra, o da una vita fatta di miseria e disperazione.

E’ già partito il coro dei politici che fa appello alle istituzioni europee, per affrontare il dramma di questo esodo senza fine attraverso il Mediterrraneo, ma la sensazione è che non si voglia mettere in campo soluzioni ‘economiche’ quanto efficaci.

Il progetto avviato da Amici dei Bambini, Bambini in Alto Mare, ha ‘reclutato’ 1500 famiglie pronte ad accogliere ragazzi e bambini stranieri non accompagnati. Ma al di là di qualche sporadico caso, enti locali e regioni preferiscono affidare i minori a centri d’accoglienza. Nulla è cambiato dopo che la magistratura ha scoperchiato il malaffare dietro alcuni Centri, trasformati in una ‘fabbrica’ di soldi per affaristi senza scrupoli.

Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, afferma: “E’ tempo che il Parlamento italiano si attivi per salvare davvero tanti bambini, basterebbe una legge che consenta alle famiglie italiane, non solo di accogliere quelli che arrivano in Italia, ma anche quelli che aspettano al di là del Mediterraneo di sfidare la morte pur di tentare il viaggio”.

L’idea già lanciata da Ai.Bi. in occasione del terremoto di Haiti del 2010, è che il nostro Paese si doti di uno strumento fondamentale qual è l’ affido internazionale, disciplinato dal Ddl di ratifica della Convenzione de l’Aja del 1996, che prevede la possibilità dell’affidamento o assistenza legale del minore non in stato di abbandono.

L’affido internazionale garantirebbe ai minori stranieri la certezza di un’accoglienza a misura di bambino, preservando i giovanissimi migranti dal traffico di esseri umani: il contatto con i Misna avverrebbe infatti già sulle coste africane o addirittura nel loro Paese di origine.

È evidente che attraverso una effettiva collaborazione tra Italia, Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo, fino a giungere in quelli di origine dei minori, si eviterebbero le traversate della disperazione che non di rado portano a vere e proprie tragedie di massa.

Si metterebbe a frutto la disponibilità delle centinaia di famiglie che a partire dal 2013 stanno dando ad Amici dei Bambini la loro disponibilità ad accogliere minori stranieri non accompagnati.

Quanto bisognerà ancora attendere per vedere istituita una cabina di regia capace di rispondere efficacemente a quest’ emergenza e di porre le basi per rivedere il sistema dell’accoglienza in Italia?