Olanda. Reazioni alla proposta shock di soppressione dell’adozione internazionale. Gli esperti: “Per milioni di bambini condannati all’emarginazione è l’unica salvezza”

parlamento-olandese-520x390Con la fine del 2016, si avvicina il momento in cui il governo olandese prenderà in esame la proposta di soppressione delle adozioni internazionali, avanzata dal Consiglio per la protezione della gioventù dei Paesi Bassi. Una proposta shock che non ha mancato di generare immediate e forti reazioni tra coloro che si occupano di accoglienza dei bambini abbandonati anche al di fuori dell’Olanda.

Il Consiglio per la protezione della gioventù si è pronunciato sulla base di un rapporto che mette in dubbio i benefici di cui potrebbero godere i minori accolti nelle loro famiglie adottive. In particolare, l’organo consultivo del governo di Amsterdam ritiene prioritario dare anche ai bambini abbandonati dei Paesi poveri la possibilità di vivere nel loro ambiente nativo, senza dovere affrontare un radicale cambiamento di cultura e di lingua. La soluzione migliore, conclude il rapporto, sarebbe pertanto quella di aiutare le famiglie direttamente nei Paesi di origine dei minori adottati.

L’esecutivo olandese, da parte sua, ha dichiarato di voler prendere in esame la questione all’inizio del 2017, decidendo quindi se apportare delle modifiche alle proprie leggi in materia di adozione.

La proposta del Consiglio per la protezione della gioventù ha destato preoccupazione tra gli esperti internazionali di adozione, che smontano la tesi sostenuta dal rapporto in questione.

Che l’adozione internazionale costituisca solo l’estremo tentativo di dare una famiglia a un bambino abbandonato, del resto, è un dato di fatto noto a tutti gli operatori del settore. Lo ha rimarcato anche l’Institut Català de l’Acolliment, istituzione catalana che opera in uno dei Paesi, la Spagna, maggiormente colpito dal calo dei minori adottati degli ultimi anni. “L’adozione internazionale – ha ricordato un suo portavoce – è sempre, e dovrebbe essere, l’ultima opzione per un bambino, se non è stata possibile l’adozione nazionale”.

A smontare la tesi olandese è intervenuto anche lo psicoterapeuta Daniele Cipriano che, come riportato dal sito spagnolo lavanguardia.com, ricorda che “l’adozione è un grande atto di umanità e di amore” e che aiutare le famiglie nel loro Paese è possibile, ma non sempre facile. “Ci sono casi di genitori che non esistono, di bambini abbandonati alla nascita e condannati all’emarginazione – ha detto Cipriano -. Quello che dovrebbe cambiare è l’intero sistema economico di questi Paesi”. L’adozione internazionale resta quindi una forma di accoglienza fondamentale per ridare una famiglia a migliaia di bambini che altrimenti resterebbero per sempre soli al mondo.