Paola Severini: “Tutti i parlamentari adottivi firmino la proposta di legge di Ai.Bi. L’adozione va resa più bella e più forte”.

paola severiniSulla proposta di modifica della legge sulle adozioni abbiamo intervistato Paola Severini Melograni – Giornalista, scrittrice, Direttore dell’Agenzia Angeli Press, conduttrice radiofonica su Radio Rai Gr Parlamento di La sfida del federalismo solidale e No Profit

Da giornalista impegnata nel volontariato e nei temi sociali come vede oggi le adozioni internazionali nel nostro Paese?

Nonostante la crisi, nonostante le difficoltà, l’Italia mantiene a livello mondiale il secondo posto per capacità di accoglienza, dopo gli Stati Uniti. Non lo dico io ma il rapporto della Commissione Adozioni Internazionali. Il calo delle disponibilità delle coppie all’adozione è un dato che però non può essere taciuto. Troppa frammentazione, troppo burocratese, poca umanità, molti sedicenti professionisti, “del dolore”, oserei dire.

Cosa propone?

Non dico che vada annullata la professionalità  a vantaggio del sentimento. Al contrario. Ritengo invece essenziale che per rendere l’adozione più bella e più forte vada rafforzata la competenza degli Enti che offrono i servizi.  D’altro canto non dobbiamo dimenticare che nell’adottare su provano delle  emozioni, di cui oggi si parla troppo poco e per lo più in maniera artificiale, quasi come fosse un tabù l’aver pianto e urlato per un figlio che non arriva mai.

Ritiene quindi che la questione, oggi, sia prima culturale che politica?

Ahimè, si. Trattare temi come l’infertilità, la stessa legge 40,  l’adozione, fa paura. Come fa paura assumersi la responsabilità di dichiarare decaduta la potestà genitoriale e rendere possibile l’adozione di un bambino. Qui mi riferisco all’adozione nazionale. Bisogna che l’Italia a passo svelto recuperi terreno e fornisca  risposte convincenti su questi e altri temi: penso, ad esempio al dilagante aumento dei Minori Stranieri non Accompagnati, all’accattonaggio, all’affido internazionale, alla questione delle adozioni dei nascituri. Il dibattito va aperto prima possibile.

In Italia si fanno sempre meno figli…

Guardiamoci intorno e vediamo quali sono le follie contemporanee che viviamo. Dobbiamo lavorare molto per diventare  un paese fecondo, generativo, accogliente. Il servizio pubblico deve fornire asili, l’adozione internazionale che ora ha tempi lunghi deve essere più veloce.. Occorre  finirla col buonismo diffuso e realizzare azioni concrete perché l’accoglienza sia tangibile e regolamentata con una mentalità nuova,  corrispondente al mondo di oggi, non quello di ieri l’altro.

Quali sono secondo Lei le risorse su cui poter contare da subito?

In primo luogo la valorizzazione dell’esperienza delle famiglie, doppiamente importanti perché nel costruire il loro progetto di vita adottivo costruiscono una società nuova.  Poi chiudere le associazioni inutili e dare forza alle operose, ricostituire l’Autorità per il Terzo Settore. Con l’Agenzia delle Onlus, ora chiusa, contavamo 250 mila Onlus, tra cui realtà che sostengono adozioni, famiglie, anziani. Dopo la chiusura dell’Agenzia siamo arrivati a quasi 800 mila. Questo vuol dire che la moneta cattiva scaccia quella buona. Dobbiamo tornare velocemente alle regole. Dobbiamo lavorare perché  restino aperte solo le Onlus e le Associazioni che funzionano davvero, affinché possano essere sostenute e possano lavorare con i Comuni, sui territori, a progetti concreti e non a vetrine di visibilità. In ultimo rendere gratuita l’adozione internazionale. Non si può fare spending rewew su questi temi che sono il futuro e il presente del nostro Paese. Questo guardando dentro casa nostra e facendo anche dell’autocritica.

E guardando fuori?

Voi stessi parlate dell’adozione internazionale come progetto di cooperazione. Un passaggio culturale ambizioso e coraggioso. Il Sottosegretario Giro può essere una punta di appoggio. Questo è un Governo della solidarietà e il momento può essere buonoTutti si devono impegnare

Lei cammina con noi?

Molto volentieri! la revisione della Legge proposta da Ai.Bi. è un buon punto di partenza. Occorre un’evoluzione del pensiero che a volte sembra essere non solo fermo, ma tornato indietro di vent’anni. Dobbiamo fare presto. Dobbiamo rivolgerci a  tutti i Parlamentari che hanno adottato, e chiedergli di sostenere la legge di riforma dell’adozione. Se un Paese è autorevole o non lo è, si vede anche dalla sua capacità di trattare su questi argomenti.