Papa Francesco: Disinformare, calunniare sporcare la gente, è “peccato di coprofilia”

angelus papa francescoLa verità prima di tutto e al di sopra di tutto. E verità vuol dire non omettere nulla, neanche i più piccoli particolari. Verità vuol dire anche non infamare, non calunniare e dare soprattutto la possibilità a tutti di dire la propria, con onestà intellettuale. Quello lanciato, in un’intervista al settimanale cattolico belga Tertio, da Papa Bergoglio è un vero e proprio appello rivolto ai media e ai giornalisti che troppo spesso alla ricerca disperata di scoop e di prime pagine, danno ricostruzioni approssimative e di “parte” dei fatti. Senza pensare o, peggio, infischiandosene, delle conseguenze.

Disinformare, calunniare gli avversari politici, sporcare la gente, è “peccato“, i media devono essere “limpidi e trasparenti” e non devono “cadere nella malattia della coprofilia“.

Nell’intervista il Pontefice ha usato termini davvero “forti” per rendere al massimo l’idea del danno che la disinformazione può arrecare all’opinione pubblica. Perché, ha infatti aggiunto Bergoglio, “la gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia“.

La disinformazione – continua il Papa nell’intervista – è probabilmente il danno più grande che può fare un mezzo, perché orienta l’opinione in una direzione, tralasciando l’altra parte della verità“.

“Invece – prosegue Bergoglio –, i media devono essere molto limpidi, molto trasparenti, e non cadere nella malattia della coprofilia, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano verità. E siccome la gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia, si può fare molto danno“.

I media, per Francesco, “possono essere tentati di calunnia, e quindi essere usati per calunniare, per sporcare la gente, questo soprattutto nel mondo della politica. Possono essere usati come mezzi di diffamazione: ogni persona ha diritto alla buona fama, però magari nella sua vita in precedenza, nella vita passata, o dieci anni fa, ha avuto un problema con la giustizia, o un problema nella sua vita familiare. E portare questo alla luce oggi è grave, fa danno, si annulla una persona. Nella calunnia si dice una bugia sulla persona; nella diffamazione si mostra una cartella”.

In conclusione, avverte Bergoglio, “non c’è diritto a questo. Questo è peccato e fa male. E una cosa che può fare molto danno nei mezzi di informazione è la disinformazione: cioè, di fronte a qualsiasi situazione dire solo una parte della verità e non l’altra. Questo è disinformare. Perché tu, all’ascoltatore o al telespettatore dai solo la metà della verità, e quindi non può farsi un giudizio serio“.

Fonte: La Repubblica