Papa Francesco incoraggia i negoziati di pace in Congo e ai fedeli dice “Dio ama i piccoli disprezzati dal mondo”

papaChiedo a tutti voi di pregare affinché che il dialogo in Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese”. Lo ha chiesto il Papa a margine della preghiera dell’Angelus nella quarta ed ultima domenica di Avvento.

Riflettendo sul mistero del Natale Francesco ha desiderato volgere un particolare pensiero alle popolazioni del Congo afflitte da anni da un violento conflitto che ha provocato la morte a migliaia di civili, tra loro donne e bambini.

Il 17 novembre scorso, con una dichiarazione rilasciata dalla Santa Sede, il Pontefice aveva lanciato un appello ai leader politici della Repubblica democratica del Congo (Rdc) affinché si impegnino a preservare la pace nel paese. Nel messaggio, inoltre, ribadiva il suo invito alla tolleranza.

Incoraggio ogni iniziativa per costruire ponti tra di voi – ha aggiunto  – piuttosto che muri. Incoraggio ogni decisione che porti nella società congolese una cultura del dialogo che consenta di conoscersi meglio e di amarsi l’un l’altro”.

L’appello del Papa arriva anche a seguito del suo incontro in Vaticano con il Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, con il quale Francesco si è soffermato principalmente sulle persistenti violenze che subisce la popolazione nell’Est del Paese, e sull’urgenza di una cooperazione a livello nazionale e internazionale per prestare l’assistenza necessaria e ristabilire la convivenza civile.

Perché “Dio ama i piccoli disprezzati dal mondo. Con l’accoglienza cooperiamo al disegno di salvezza di Gesù”. All’Angelus il Papa ha ricordato ai fedeli e ai pellegrini che gremivano piazza San Pietro che “domenica prossima sarà Natale, perciò in questa settimana cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio, e immaginare la Madonna e san Giuseppe che stanno andando a Betlemme: il cammino, la fatica, ma anche la gioia, la commozione, e poi l’ansia di trovare un posto, la preoccupazione e così via”. In questo, spiega, “ci aiuta molto il presepe: cerchiamo di entrare nel vero Natale, quello di Gesù, per ricevere la grazia di questa festa, che è una grazia di amore, di umiltà e di tenerezza”.