Per autenticare l’impegnativa pre-adozione serve la firma di un notaio?

Buongiorno,

siamo un’aspirante coppia adottiva alle prese con il complesso percorso burocratico dell’adozione internazionale. Recentemente ci siamo trovati di fronte a un ostacolo imprevisto. Sia l’ufficio dell’anagrafe del nostro Comune che quello della nostra circoscrizione di residenza sostengono di non poter autenticare le firme dei documenti nei quali sia richiesto l’impegno da parte della coppia per l’adozione. In entrambi i casi ci dicono di rivolgerci a un notaio.

Questo ci stupisce perché le altre volte che abbiamo dovuto presentare documenti simili, nessuno ci ha mai sollevato il minimo problema.

Ora la nostra paura è che i tempi si rallentino ulteriormente, dovendo cercare un Comune i cui funzionari siano disposti a firmare la nostra impegnativa. Ci potete dire come stanno realmente le cose?

Grazie,

Roberta a Francesco

 

giudice2Cari Roberta e Francesco,

la burocrazia italiana è sempre un mondo articolato e l’adozione internazionale, purtroppo, non fa eccezione.

In generale, possiamo dire che tutti i documenti che provengono da una sede giudiziaria, compresi i decreti del Tribunale per i minorenni, vengono inviati in Procura. Allo stesso modo, tutti i documenti amministrativi vanno in Prefettura. Ci sono poi dei documenti “ibridi”, come per esempio alcuni di quelli necessari alla coppia che vuole adottare all’estero. Il documento con il quale la coppia affida al referente dell’ente a cui ha conferito il mandato per l’adozione il compito di attivarsi per proprio conto nel Paese in questione può assumere la forma di una delega o quella di una procura. Nel primo caso, si tratta di un documento amministrativo, che può essere certificato dai funzionari comunali. Nel secondo caso, invece, deve occuparsene un notaio.

Uno di questi documenti ibridi è proprio l’impegnativa a cui fate riferimento nella vostra lettera. Con essa la coppia si impegna a effettuare quanto il Paese di provenienza dell’adottato richiede dopo che il minore abbia fatto il suo ingresso in Italia. Solitamente, quando può autenticare un documenti, il Comune non entra nel merito di quanto riportato nell’atto stesso e si limita a certificare, dopo aver visionato i documenti d’identità di chi presenta quell’atto, che i nomi riportati sull’atto stesso corrispondano esattamente a quelli delle persone che l’hanno presentato. Trattandosi, però, di un impegno futuro, il Comune non ha il potere di autenticare la sottoscrizione del documento, e la legge prevede che in questi casi ci si debba effettivamente rivolgere a un notaio.

Tanti cari saluti,

 

Ufficio Diritti di Ai.Bi.