“Per un’accusa falsa mi hanno tolto i figli”

tribunale minorenni targa bis 400 286Ha scoperto che c’erano delle denunce a suo carico solo quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta. Quella mattina di 5 mesi fa è iniziato un periodo terribile che, attraverso un rimpallo di responsabilità  tra Comune e cooperativa che gestisce il servizio minori e l’assenza ingiustificata del Tribunale, ha portato Mario (nome di fantasia) a non poter più vedere i suoi figli.

L’uomo, 40enne con un lavoro fisso nell’ambito editoriale e padre di famiglia sempre presente, dedito al bene dei propri bambini, si è trovato all’improvviso travolto da un vortice di incertezze e illazioni. L’accusa che da marzo 2015 pende su di lui è di quelle tremende: reati sessuali nei confronti dei suoi figli piccoli. Quel che è peggio è che a muovergli tale accusa è sua moglie, dalla quale Mario si stava separando.

Eppure la separazione, almeno all’inizio è consensuale. Tanto che i due si organizzano in modo da vedere i bambini la metà del tempo ciascuno. Lui prende anche casa nello stesso quartiere per poter stare loro più vicino.

Poi, però, qualcosa cambia e iniziano le prime tensioni. Arriva quell’accusa infamante e Mario si vede portare via i suoi figli, collocati presso una comunità protetta con un decreto d’urgenza. Tuttavia, l’accusa viene presto riconosciuta come completamente infondata. Il Tribunale dispone una perizia arrivando alla conclusione che di quella vicenda non è vero niente. “Ci sono 44 pagine in cui c’è scritto, nero su bianco, che non sono un padre abusante”, ricorda Mario.

Sembra la fine dell’incubo. Ma non è così: il calvario giudiziario deve ancora iniziare, tra miriadi di scartoffie, avvocati e tribunali. “Il pm mi dice che quando tornerà delle vacanze, con comodo, archivierà il mio caso”, ricorda Mario che nel frattempo non riesce praticamente mai a vedere i suoi figli, affidati ai servizi sociali. “Solo per un’ora e mezza al mese e in uno spazio neutro”, dice il padre protagonista di questa storia. Mentre sua moglie può addirittura portarli a casa nei fine settimana. Situazione paradossale dal momento che la relazione della perizia del tribunale, oltre a dimostrare l’assoluta estraneità di Mario all’accusa di aver commesso reati sessuali sui figli, evidenzia invece che il soggetto disturbante per i bambini sarebbe proprio sua moglie. “Gli psicologi sostengono che lei abbia manipolato i piccoli – sottolinea Mario – facendogli fare gesti tipo toccarsi gli organi intimi e portandoli poi a dire che lo facevano a casa mia”.

Al ritorno dalle vacanze, il padre scopre che il giudice non sa niente di tutto ciò e che i bambini sono ancora in affidamento. “Qualche tempo dopo – continua Mario – scopro che uno dei due si è fatto male, ha tutto il torace ferito. Lui dice che è caduto in bicicletta: chi lo doveva sorvegliare non se ne è nemmeno accorto”.

In vista dell’inizio della scuola – il più grande va in prima elementare – Mario chiede una modifica sul decreto provvisorio per farli affidare a lui o a suo fratello. Ma dalle istituzioni ancora tutto tace. “E ogni giorno che passano in comunità stanno sempre peggio”, denuncia. Situazione confermata anche da Simona Siani, neuropsichiatra infantile e dirigente dell’Unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’ospedale Fatebenefratelli di Milano: “Quei bambini stanno malissimo – afferma -. Li ho visti: la madre proietta su di loro le sue paure e questo genera una situazione disastrosa. Eppure la cosa più sconvolgente è come le autorità e i professionisti stanno trattando il caso. Una vicenda di drammatica e paradossale ingiustizia da parte delle istituzioni, di cui fanno le spese un padre innocente e due bambini incolpevoli.

 

Fonte: Libero