Perché sostengo il progetto di Montezemolo? Parlano i giovani del non profit

In occasione dell’incontro tenutosi a Roma il 17 novembre, “Verso la terza Repubblica”, dove cattolici e laici insieme si sono ritrovati per aprire una nuova stagione di riforme, si sono incontrate alcune delle realtà più importanti dell’associazionismo e della società civile tra cui Ai.Bi., Associazione Amici dei Bambini. Tra i più giovani delegati presenti all’incontro, Valentina Griffini, 30 anni, figlia adottiva e nel contempo mamma di due splendidi figli adottivi e felicemente sposata.

Valentina è laureata in Relazioni Internazionali ed in Ai.Bi. ricopre il ruolo di coordinatrice delle Adozioni internazionali in Africa e in Sudamerica; alla domanda “Quali sono le tue prospettive di carriera in AiBi”, lei ci risponde: “Io punto alla presidenza, però ne dovrò fare di strada…”

Perché una giovane come te, che a 30 anni ha raggiunto già importanti risultati, vuole impegnarsi nel progetto?

Perché è necessario; oggi non si può più delegare ad altri ciò che noi, sia in quanto Ai.Bi. sia insieme ad altre associazioni pensiamo ed elaboriamo, per esempio la modifica della legge delle adozioni internazionali. Se fossimo in Parlamento avremmo un peso diverso, invece di delegare ad altri interlocutori che molto probabilmente hanno diverse priorità e interessi: quindi dobbiamo impegnarci noi in prima persona.

Secondo te si riuscirà a vincere questa battaglia della riforma delle adozioni?

Sì, la legge verrà senz’altro modificata, non so se con tutte le richieste da noi presentate. Certo per alcune , come l’abolizione del passaggio dai tribunali dei minorenni per l’ottenimento della idoneità , vi sarà una battaglia difficile e impegnativa, ma ci proveremo con tutte le nostre forze .

Cosa ti ha colpito di più della giornata di sabato?

L’impatto con la “marea” della gente presente. Penso che nessuno si aspettasse una partecipazione così alta; 6000 persone accreditate! E’ stato chiaramente un segnale forte. E’ stato interessante vedere che quasi tutte le persone presenti, stufe, marce della solita politica, avessero la speranza di sentire e vedere qualcosa di diverso rispetto alle immagini e ai discorsi a cui siamo abituati. C’erano volti che, pur essendo noti, sono nuovi per il panorama politico italiano. Nella sala serpeggiava un sentimento comune, quasi palpabile : in un momento in cui non si sa dove sbattere la testa fra sinistra, destra, primarie di qui e primarie di la’, si cercavano delle risposte diverse possibilmente in continuità con quello che di buono si sta facendo ora.

Dunque l’appuntamento ha risposto alle aspettative?

Penso di sì, soprattutto per il discorso di Montezemolo, che è riuscito a cogliere le corde dell’insoddisfazione generale nei confronti della politica passata e soprattutto ha ben delineato l’idea come la politica sia una “cosa ” che deve essere fatta per gli altri, al servizio dell’altro. E’ interessante questa sua affermazione, fra l’altro ripresa con forza dagli altri relatori ; persone che arrivavano da realtà diverse dalla politica, persone che non hanno bisogno della politica per vivere, ma al panorama politico possono solo aggiungere quello che di buono hanno già fatto .

Ecco,secondo me, questo nuovo taglio dell’impegno politico è fondamentale ed è quello che distingue questo progetto da tutti gli altri, che, più o meno, partono dalle stesse premesse: ” fare politica perché non sappiamo cosa altro fare nella vita!”

Quindi hai avuto un’impressione positiva di Montezemolo?

Montezemolo ha una caratteristica vincente: quella di volersi aprire alla società civile. Lo testimonia la presenza delle Acli al suo fianco; vuol dire che non ha la presunzione di fare tutto da solo. Ed è questa la speranza. Ora se riuscirà a realizzarlo nessuno può saperlo… lui chiede un impegno in prima persona: sono molto fiduciosa e convinta che riusciremo a dare il nostro contributo in questo progetto

Montezemolo ha affermato: “Vogliamo fare politica per dare e non per prendere”, cosa ne pensi?

Su questa affermazione ci sono stati diversi applausi, perché l’Italia deve distaccarsi da tutto quello che è stato fino a poco tempo fa: io condivido in pieno questo proposito perché la politica deve coinvolgere persone che sono felici di quello che fanno e di quello che sono, di quello che vorranno essere nel futuro e che non hanno dubbi sulla necessità di darsi.

Quindi sostieni il progetto di Montezemolo?

Nel progetto di Montezemolo vedo la nostra possibilità di partecipare concretamente e fattivamente. Insomma lo vedo come il contenitore giusto in cui inserire tutte le nostre tematiche; certo è chiaro che noi non siamo tuttologi, anche se possiamo mettere la nostra parte: l’accoglienza, la tutela delle famiglie e dei minori.

Insomma c’è spazio per tutti. Montezemolo ha un’idea di politica diversa da quella partitica: ad oggi non avrei potuto credere nel progetto di qualcun altro; abbiamo forse la possibilità di avere consensi trasversali in un progetto in costruzione indirizzato alla continuità su quanto sta facendo già Monti, che sta operando bene. Mi piacerebbe che questo coinvolgimento diventasse fattivo: il prossimo passo potrebbe essere far parte di un gruppo di studio che metta a punto un programma da condividere con gli elettori. Se Montezemolo non ci avrà già pensato, glielo proporremo noi!