Perché un giudice può concedere solo l’adozione nazionale a una coppia che ha una relazione psicosociale positiva per l’adozione internazionale?

Buongiorno Ai.Bi.

Sono un’insegnante di scuola media, sono sposata da 7 anni e ho un bellissimo bambino di 4. Con mio marito ho pensato di dare un fratellino o una sorellina a nostro figlio. Per farlo, abbiamo pensato di rivolgerci all’adozione, in modo da poter dare una famiglia a chi non ce l’ha. Per fortuna, abbiamo un po’ di risorse economiche da parte, sufficienti a poter sostenere le spese di un iter adottivo.

Per la precisione, vorremmo accogliere un bambino straniero, magari africano, anche se sul Paese di origine non abbiamo preferenze particolari, al di là di una semplice predilezione per l’Africa, visto che io ho avuto modo di visitare alcune terre di questo meraviglioso e sfortunato continente, nel periodo post-universitario.

Abbiamo presentato domanda di idoneità e, successivamente, è iniziato per noi il percorso di valutazione con i servizi sociali. Solo dopo siamo venuti a sapere di una eventualità che sinceramente ci fa preoccupare non poco. Abbiamo infatti saputo di una coppia di nostri conoscenti, anch’essi aspiranti genitori adottivi, che, dopo aver ottenuto una relazione psicosociale positiva, si sono visti ribaltare la decisione da parte del Tribunale per i minorenni. Quest’ultimo ha negato loro l’opportunità di effettuare un’adozione internazionale, considerandoli idonei solo per quella nazionale.

Per quale motivo può avvenire una cosa del genere?

Grazie,

Franca  

 

cbernicchi-fotoCara Franca,

situazioni simili a quelle in cui si sono venuti a trovare i vostri conoscenti sono piuttosto rare, ma rientrano comunque nei possibili esiti delle valutazioni effettuate dai Tribunali per i minorenni quando prendono in esame le relazioni redatte dai servizi sociali. Può capitare, infatti, che il giudice, nella fase di valutazione della coppia di aspiranti genitori adottivi, riscontri degli elementi, dei dati, che non erano emersi durante la fase precedente dell’iter, ovvero quella dell’analisi psicosociale.

Nella maggior parte dei casi, comunque, queste pur rare situazioni si presentano quando la coppia non viene considerata dal Tribunale idonea per l’adozione internazionale soprattutto da un punto di vista di preparazione culturale. Può capitare che il giudice ritenga che gli aspiranti genitori adottivi non siano pronti ad accogliere nella loro famiglia un bambino proveniente da un altro Paese, ovvero da una cultura e un complesso di valori, usanze, credenze molto distante. Non tutti, infatti, sono pronti a confrontarsi con una cultura diversa o a imparare una lingua straniera. Una decisione del giudice in questo senso non deve essere presa come una bocciatura, ma come una consapevole presa di coscienza delle reali possibilità della coppia: per il bene di quest’ultima e del bambino. Immaginate quanto possa diventare complesso il rapporto con un figlio con il quale non si riesce a stabilire una comunicazione e una comprensione, culturale prima ancora che linguistica, reciproca.

Certo sono tutti fattori che, in genere, già emergono nella valutazione psicosociale, ma non è escluso che a questa possano sfuggire e che possano quindi essere riscontrati solo nella fase successiva: quella, appunto, con il giudice.

Un caro saluto,

 

Cinzia Bernicchi

Consulente di Ai.Bi.