Perché vuoi adottare? Risponde la “National Geographic”

dolphin-with-spinal-trouble-sperm-whales_63541_600x450Almeno questo è quanto ci suggeriscono le commoventi immagini di alcune balene che hanno adottato un piccolo delfino deforme.

La storia di quell’adozione marina ha colpito grandi e piccoli americani e, un giornalista del sito Reddit, ha subito commentato:  “Ci vedo un meraviglioso film della Disney”.

L’adozione in natura è un fenomeno che, di tanto in tanto, riusciamo a fotografare o filmare, ma i mammiferi marini non sono gli unici che prendono in affidamento una creatura diversa. Il prestigioso mensile National Geographic, questo mese, ha dedicato un ampio reportage, colmo di fotografie mozzafiato, alle  strane “alleanze”  che si formano tra una madre di una specie animale e un piccolo che proprio non le dovrebbe appartenere.

Gli esperti dicono che tali adozioni sono relativamente comuni tra gli animali domestici ma che a volte si possono riscontrare anche in natura. E’ d’accordo con questa ipotesi anche Jenny Holland, collaboratrice del National Geographic e autrice del  libro Unlikely Friendships, pubblicato negli USA nel 2011.

Tra le storie più belle raccontate nel libro, c’è quella di un cane che ha allattato uno scoiattolo appena nato insieme al resto della sua cucciolata, così  come quella di una scimmia in cattività, che ha tenuto in braccio e accarezzato un gattino come se fosse il suo piccolo.

E che dire di una grossa cagnolina di razza che ha vegliato su un piccolo gufo, tenendolo stretto tra le sue zampe e insegnandogli a stare in piedi, prima che, crescendo, spiccasse il volo, per poi tornare e voler vivere con la sua mamma adottiva?.

Nel suo nuovo libro, di prossima pubblicazione, intitolato Unlikely Love , l’autrice ha trovato altre storie straordinarie di adozioni in natura: c’è ad esempio un dalmata che si è preso cura di un vitellino, il quale aveva proprio le stesse macchie della cagna e una capretta che aiuta una piccola giraffa a fare i primi passi nel mondo.

Ma perche gli animali adottano creature tanto diverse da loro? Cosa li spinge a formare delle famiglie adottive?

“Vorrei poter entrare nel loro cervello e porre questa domanda a quelle meravigliose mamme,  ha detto la Holland.   Perlomeno però possiamo fare alcune ipotesi plausibili sulla base di quello che sappiamo sul cervello degli animali rispetto a quello umano. Di certo, gli animali sono più intelligenti di quanto si pensi. Per esempio, in alcuni casi, l’istinto porta un animale ad adottare un cucciolo della propria specie.

Istintivamente gli animali si prendono cura dei piccoli abbandonati per aiutarli a sopravvivere e quindi a trasmettere il DNA di famiglia”, ha proseguito la Holland.

“Penso che l’istinto di sopravvivenza della specie li porti a offrire le cure necessarie ad un cucciolo in difficoltà . Se il cucciolo è di razza diversa, probabilmente l’istinto materno è molto forte, ma l’adozione anche in quel caso viene motivata dall’istinto di far sopravvivere un animale che altrimenti morirebbe di stenti.”

Secondo Jill Goldman, esperta nel comportamento degli animali che vive nel sud della California, la simbiosi mutualistica è una grande motivazione.

“Affinché il rapporto possa continuare, entrambi gli animali, l’adulto e il cucciolo, debbono essere in grado di beneficiare in qualche modo”, ha detto la Goldman, che ha studiato per anni il comportamento dei lupi. “Ma non è facile definire il concetto di beneficio. Avere un compagno è certamente un fattore essenziale, ma anche sentirsi madre, sempre a patto che la creatura adottata non minacci la sopravvivenza dell’adulto”.

“Per esempio l’aggiunta di un individuo ad un branco potrebbe aiutare quest’ultimo a procurarsi più  cibo o a proteggersi dalle prede, cosa che probabilmente è successa nel caso dell’adozione del delfino deforme”, ha aggiunto la Goldman.

” La maggior parte di queste strane adozioni comincia con l’allattamento da parte della madre che si attacca al seno un piccolo orfano”.

“Le mamme potrebbero avere maggiore predisposizione a prendersi  cura di un piccolino quando hanno altri cuccioli loro, perché durante l’allattamento producono in sovrabbondanza l’ormone dell’ amore, chiamato ossitocina, ha sottolineato la Goldman. Un ormone che oggi viene venduto sul mercato americano e che spesso viene anche consigliato alle madri adottive”.

Durante questo periodo, se la madre decide di adottare un cuccioletto, la relazione diventerà  talmente profonda da durare per tutta la vita.

Che gli animali, come gli umani, posseggano l’empatia, ovvero la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore?

Che sappiano sentire dentro, il che è una tipica capacità che fa parte dell’esperienza umana? Queste adozioni sembrano ammettere che anche gli animali posseggano un forte legame interpersonale.

Finite le sue ricerche, la Holland adesso è sicura che molti animali, in particolare i mammiferi, siano capaci di empatia, e che quindi adottino un piccolo per alleviare il proprio dolore, la fame, o la solitudine.

“I mammiferi hanno una struttura cerebrale simile alla nostra per quanto riguarda le emozioni, e sono sicura che provino empatia per quei piccoli, ha sostenuto l’autrice.  Queste storie di adozioni ci aiutano a capire non solo il mondo degli animali ma anche la nostra voglia di adottare un orfano. Come noi, anche le bestie sono capaci di accogliere un piccolo, fargli da madre e amarlo alla follia”.

 

Fonte: National Geographic

 

 Dalla nostra corrispondente USA  Silvia Kramar