Pieve di Soligo (Treviso). “Adozione e adolescenza: rinforzare il patto adottivo, costruire l’identità”: uno spazio di riflessione e accompagnamento per figli adottivi e genitori

adolescentiSono in trincea e sanno di esserlo, i genitori che affrontano l’adolescenza di un figlio adottivo. Forse per questo motivo sono maggiormente disposti a far emergere i loro problemi e a chiedere aiuto: come le famiglie che, a Conegliano, hanno partecipato al progetto Adozione e adolescenza: rinforzare il patto adottivo, costruire l’identità”, promosso dalla Regione Veneto.

L’iniziativa è stata gestita a livello provinciale dalle tre Ulss trevigiane, coinvolgendo nella programmazione gli enti autorizzati Cifa, Ai.Bi e Bambarco.

Il progetto, giunto alla seconda edizione – sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 7 – è nato dall’esigenza di continuare a garantire alla famiglia adottiva, anche dopo la fase post adozione, uno spazio di riflessione, approfondimento e accompagnamento nella fase più delicata del percorso adottivo che coincide con l’ingresso del minore nell’età adolescenziale”.

L’iniziativa si è articolata in due percorsi paralleli: il primo, costituito da sette serate, dedicato alla riflessione di gruppo e l’altro di ascolto/supporto individuale e familiare, tramite attività di consulenza ambulatoriale, rivolta sia ai genitori sia ai figli.

Durante l’iter formativo si è costituito un gruppo di 12 ragazzi che, al termine del percorso, ha continuato ad incontrarsi una volta al mese in un’attività di auto mutuo aiuto, presso il Consultorio Familiare, per parlare della loro storia, accompagnati da una psicologa esperta di adozioni.

L’idea dell’équipe adozioni – spiega Bruno Nardin, responsabile del Consultorio Familiare dell’Ulss 7 – è stata quella di offrire ai ragazzi un luogo dove sperimentarsi in prima persona, riconoscersi, dar voce al proprio sentire, perché la condivisione è liberatoria. Gli adolescenti hanno trovato nel gruppo un senso di conferma e di legittimazione che ha consentito loro di rinforzare il bisogno di unità e completezza; questo aspetto è risultato particolarmente significativo nel gruppo dei ragazzi adottati e li ha portati a sperimentare un maggior senso di sicurezza e di appartenenza”.

Il progetto rappresenta solo una delle iniziative messe in atto dall’équipe adozioni “per essere vicina alle famiglie anche nelle difficili fasi dell’adolescenza, consapevole che il progetto per un bambino adottivo va accompagnato durante tutto il ciclo evolutivo di sviluppo dei minori. Il supporto viene garantito in diversi modi, in base alle necessità evidenziate e alle caratteristiche della famiglia. Si va dai colloqui individuali, di coppia o con l’intero nucleo familiare a incontri periodici”.

Fonte http://www.venetouno.it/