Pisa, con l’affido omoculturale per bambini stranieri l’accoglienza non ha più confini

pisa“Se l’affido in generale richiede grande attenzione, l’esperienza dell’affido omoculturale è un terreno ancor più impegnativo. Parola di Giuseppe Cecchi, direttore della Società della Salute pisana, che presenta così il tema del seminario conclusivo del progetto “Affiadiamo… ci”, in programma mercoledì 20 maggio, alle ore 15, alla Stazione Leopolda di Pisa.

Il progetto, che vede il Centro Affidi della Società della Salute impegnato in prima linea per la promozione dell’affido omoculturale a famiglie straniere, ha visto la partecipazione di 26 tra assistenti sociali, mediatori ed educatori. Grazie al finanziamento del ministero dell’Interno nell’ambito del progetto “SERTO – SERvizi Toscani per una società aperta e solidale”, si sono poste le basi per promuovere una cultura dell’affidamento familiare nelle culture di riferimento dei cittadini stranieri residenti nella regione. Una forma di accoglienza, quella dell’affido omoculturale, in cui molti stanno muovendo i primi passi. “Per questo – spiega ancora Cecchi – sentiamo la necessità di condividere l’esperienza fatta e sviluppare riflessioni su questo tema”.

A proporre e accompagnare l’approfondimento saranno le dottoresse Annamaria Columbu della Società della Salute pisana, Maria Cristina Cavallaro dell’associazione “Famiglia Aperta” e Lelia Pisani, etnopsicologa del Centro Studi Sagara, oltre al professor Pierluigi Consorti, docente ordinario di Diritto Interculturale all’Università di Pisa.

La città toscana, quindi, si propone come realtà all’avanguardia nell’accoglienza dei minori in difficoltà. “Pisa ha scommesso da sempre sull’affido familiare – ricorda l’assessore Sandra Capuzzi, ma era tempo di potenziare la nostra capacità di fare affidi nell’ambito delle comunità straniere. La prossima apertura del nuovo centro affidi crediamo possa aiutare un rilancio e un confronto sul ruolo delle comunità straniere nel sostenere questo profondo cambiamento culturale teso ad assicurare un ambiente di attenzione e cura dei minori stranieri che vivono in situazioni familiari difficili”.

 

Fonte: Pisanews