Pornografia del dolore. No a “colpire con immagini crude chi, in quel momento, non può difendere la propria dignità”

“Nessuna persona desidera essere descritta come miserabile anche se vive in una condizione di estrema povertà”. Il monito del Segretario Generale della Pontificia Opera Missionaria della Santa Infanzia per certe campagne di raccolta fondi

La dignità del bambino? Va sempre rispettata, anche nell’utilizzo delle immagini. Finalmente si torna a parlare di pornografia del dolore. Lo fa Roberta Tremarelli, segretario generale della Pontificia Opera Missionaria della Santa Infanzia, con un corsivo su L’Osservatore Romano, in cui ricorda che “il bambino è degno di rispetto, qualunque sia la sua condizione fisica, la sua origine culturale, sociale o religiosa. E con il termine rispetto vogliamo intendere il significato più ampio ed esteso. Tale diritto può essere leso anche con un uso inappropriato delle immagini che ritraggono la persona e che appartengono alla sua sfera privata, e nel contesto di bambini e ragazzi intendiamo la famiglia e le diverse comunità di appartenenza e di esperienza”.

“Le immagini – continua il segretario generale – sono informazioni e per questo dobbiamo aver cura di esse, così come ne abbiamo di altri dati personali.(…) In occasione del centenario della fondazione dell’Opera (della Santa Infanzia, ndr), il 19 maggio, sono stati inviati a tutti i direttori delle POM (Pontificie Opere Missionarie, ndr) gli ‘Orientamenti all’uso delle immagini dei minori’, stilati dal Segretariato generale della Santa Infanzia(…). Con questi orientamenti intendiamo offrire uno strumento a quanti collaborano nella missione della Chiesa auspicando si facciano scelte nel rispetto delle priorità indicate nel documento. Tre sono gli elementi di partenza: il concetto di dignità della persona, di ogni persona creata a immagine e somiglianza di Dio, immagine che va custodita e mai oscurata, perché alla Chiesa sta a cuore la dignità della persona; il concetto di immagine e comunicazione sociale, intese come risorse per la promozione della persona; il concetto di minore”.

Pornografia del dolore? “Nessuna persona desidera essere descritta come miserabile”

“Il bambino e il ragazzo – prosegue Roberta Tremarelli – siano soggetto e non oggetto dell’immagine. Questa deve promuovere e attrarre perché comunica bellezza, protezione, sviluppo, fede, testimonianza, gioia, speranza. Siamo chiamati a usare discrezione, prudenza e buon senso per informare, per aiutare le persone a conoscere il mondo”. Quindi, l’affondo: Non intendiamo edulcorare la realtà, ma neanche colpire con immagini crude chi, in quel momento, non può difendere la propria dignità.(…) Nessuna persona desidera essere descritta come miserabile anche se vive in una condizione di estrema povertà, che spesso è dovuta a motivazioni complesse e diverse a seconda delle culture. Inoltre la povertà non è solo mancanza di denaro, di lavoro o di cibo, ma è anche mancanza di affetto, di una comunità, e per noi cristiani la più grande povertà è non conoscere il Signore”.

Parole che pesano. Come macigni. Soprattutto in un’epoca in cui sovente, con la scusa di finalità caritatevoli, immagini crude che colpiscono i più indifesi tra gli indifesi, i bambini poveri del mondo, sono utilizzate come un volgare strumento di marketing della sofferenza. Ai.Bi. – Amici dei Bambini, da sempre contraria alla pornografia del dolore, sottoscrive e fa proprie le parole del segretario generale della Pontificia Opera Missionaria della Santa Infanzia.