Prevenzione e stili di vita corretti: la lotta alla sterilità inizia da bambini

sterilitàAnche quando si pensa di agire in largo anticipo ci si potrebbe invece trovare in grave ritardo. A combattere la sterilità, infatti, bisogna cominciare molto prima del momento in cui si progetta di fare un figlio. Le cause dell’infertilità si manifestano fin dalla prima infanzia e, secondo i dati diffusi dalla Società Italiana di Pediatria, un terzo dei bambini presenta condizioni o comportamenti a rischio che potrebbero in futuro impedirgli di diventare padre.

“In Italia il 15-20% delle coppie ha problemi di sterilità, nel 40% dei casi dipendenti dall’uomo”, evidenzia Giuseppe Saggese, direttore della Clinica pediatrica dell’Università di Pisa, che sottolinea come, negli ultimi 50 anni, la presenza di spermatozoi per millilitro si sia più che dimezzata. “Molto dipende da cosa accade nei primi anni di vita”, avverte Saggese.

Per Andrea Lenzi, presidente della Società italiana di Endocrinologia, l’80% delle patologie andrologiche nell’adulto si sviluppano nell’infanzia o nell’adolescenza, ma almeno la metà si potrebbe prevenire.

Prevenzione è la parola d’ordine di tutti gli esperti del settore, concordi nell’affermare che le condizioni che mettono a rischio la fertilità, pur essendo numerose, possono essere tutte o quasi riconosciute e affrontate per tempo. Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di Pediatria, fa alcuni esempi: “Cambiamenti di forma e dimensioni dello scroto, una dolenza nella zona genitale o un fastidio che costringe a posizioni inusuali sono segnali d’allarme di cui parlare al pediatra”.

Altre condizioni che minacciano la fertilità compaiono invece compaiono invece un po’ più tardi, quando il rapporto con il pediatra si allenta. “Durante la pubertà – spiega Lenzi – è necessario un controllo pediatrico andrologico, per seguire lo sviluppo e intercettare problemi. A 18 anni serve una visita per verificare che l’accrescimento sia stato corretto e per trasmettere ai figli l’abitudine a controllarsi senza imbarazzi”.

Un controllo medico ogni 6 mesi, comunque, secondo Corsello, andrebbe fatto anche in assenza di sintomi. Al contempo sono da evitare tutti quei comportamenti e stili di vita – come obesità, alcool e fumo – che potrebbero compromettere la fertilità. “Il problema è che queste cause non sono abbastanza conosciute dalla popolazione”, denuncia Eleonora Porcu, responsabile del tavolo creato dal ministero della Salute su questo tema.

Insomma, “se si facesse una seria prevenzione, nell’arco di una generazione potremmo abbattere di oltre il 50% l’infertilità maschile, afferma ancora Lenzi, che consiglia, come esame di base, lo spermiogramma, un’analisi citologica molto complessa da effettuare in centri altamente specialistici. “Per la donna, invece – ricorda il presidente della Società italiana di Endocrinologia -, bisogna valutare la regolarità dell’ovulazione, la struttura dell’utero e la pervietà delle tube, che sono la via di passaggio degli ovuli verso l’utero”. Per tutti, uomini e donne, quindi, l’imperativo è non aspettare che sia troppo tardi.

 

Fonti: Corriere della Sera, Avvenire