In Italia 3 milioni di coppie sterili: procreazione assistita sì, adozione internazionale no. Per lo Stato la prima è gratuita, anche se ha successo solo nel 18% dei casi. Dimenticata l’accoglienza dei bambini abbandonati

eterologa 400 286 defQuando si tratta di genitorialità, la legge non è uguale per tutti. Lo dimostra la decisione del nostro governo di inserire le tecniche  di procreazione medicalmente assistita tra le forme di maternità che possono contare sul sostegno economico previsto dai Lea – Livelli Essenziali di Assistenza -, mentre l’adozione internazionale è rimasta ormai orfana di qualunque misura di supporto. Nonostante le Pma comportino un’enorme dispersione di risorse, mentre milioni di bambini abbandonati nel mondo attendono di trovare una famiglia.

Secondo le informazioni fornite dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2014 – anno a cui fanno riferimento i dati più recenti -, oltre 70mila coppie con problemi di fertilità hanno chiesto l’aiuto di uno specialista per avere un figlio. Di queste, però, solo 12.720 hanno raggiunto il proprio obiettivo. In termini percentuali, questo vuol dire che solo il 18% dei tentativi di mettere al mondo un bambino con la procreazione assistita ha successo. Di solito, infatti, quasi la metà delle coppie che tentano la strada della Pma abbandona il percorso prima del termine dei cicli previsti. Senza contare che i tempi di attesa per queste prestazioni sono ancora lunghissimi: si può arrivare anche a un anno e mezzo solo per la prima visita.

Eppure lo Stato ha deciso di inserire tali tecniche nei Lea, la serie di servizi e prestazioni che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a offrire in via gratuita o a costi ridotti, dietro pagamento di un semplice ticket. Il Ssn garantisce per esempio la selezione dei donatori di cellule riproduttive. E coloro che si rivolgono all’eterologa devono solo contribuire ai costi nella misura fissata dalle regioni e dalle pubbliche amministrazioni.

Insomma, la procreazione medicalmente assistita, pur facendo registrare risultati molto scarsi, è evidentemente considerata un importante diritto da parte dello Stato. Tanto che quest’ultimo decide di garantirlo gratuitamente o quasi e quindi di sobbarcarsene i costi.

Non così per l’adozione internazionale. La proposta di legge di Bilancio per il 2017, attualmente all’esame delle Commissioni e delle Aule del Parlamento, non prevede neanche un euro di intervento specifico a favore di questa forma di genitorialità. Le misure di sostegno economico per chi adotta un bambino straniero sono quelle di base per ogni forma di natalità. Dimenticando, però, che i genitori adottivi sostengono dei costi e che l’unica forma di aiuto in tal senso sarebbe quel Fondo per le adozioni internazionali, le cui procedure di rimborso alle coppie adottive sono ferme da anni.

Le coppie sterili in Italia sono stimate essere circa 3 milioni. Le cause dell’infertilità sono diverse, da stili di vita sbagliati a particolari patologie, al tentativo di avere figli sempre più posticipato nel tempo. Le soluzioni sarebbero anch’esse molteplici. Ma non tutte sembrano essere considerate degne di uguale attenzione e sostegno. A giudicare dal supporto economico offerto dallo Stato, sembra che il nostro Paese abbia fatto una scelta chiara: procreazione assistita sì, adozione internazionale no. Un ulteriore passo verso la rottamazione di quest’ultima?

 

Fonti: L’Inkiesta, Il Sole 24 Ore