Proposta shock del Consiglio ONU dei diritti umani: chi si oppone all’ aborto commette un atto di tortura contro le donne

abortoChi difende la vita è un torturatore. Chi si schiera in difesa dei più deboli, indifesi, di chi non ha voce né mezzi per opporsi alla cattiveria e crudeltà umana, è un torturatore. Chi lotta, si sbraccia e urla il suo NO alla morte, è un torturatore. Chi crede in quell’esserino che fin dai primi attimi è una persona, è un torturatore. Chi vuole dare semplicemente una possibilità a chi non ha nessuna “colpa” e non ha chiesto di venire alla luce, è un torturatore.

Insomma chi si oppone all’aborto è un torturatore. E a metterlo nero su bianco è il Consiglio dei diritti umani dell’ ONU (UNHCR) che proprio in questi giorni discuterà la relazione del gruppo di lavoro sulla discriminazione delle donne (dell’ 8 aprile 2016).

Qui accanto agli encomiabili propositi di eliminare pratiche come la mutilazione dei genitali femminili, di supportare le donne nel processo di invecchiamento proprio (menopausa), di garantire un trattamento adeguato durante il parto e dopo, il documento presenta come urgenza per la donna la legalizzazione della prostituzione, ma soprattutto il riconoscimento di reato di tortura per chiunque neghi un’interruzione di gravidanza: opporsi, anche con l’obiezione di coscienza, all’aborto verrà riconosciuto come forma di tortura.

La relazione – secondo quanto riporta citizengo.org, (comunità di cittadini attivi che vuole promuovere la partecipazione politica della società) – si propone di rendere accessibile l’aborto a chiunque, sanzionando qualsiasi impedimento quale per esempio obiezione di coscienza, o i periodi obbligatori di riflessione, o il consenso dei genitori o tutore se minori di sedici anni”. Difendere la vita è inscritto, in questa relazione, tra i reati di tortura. Chiunque si frapponga tra la donna e “il diritto” di abortire sarà ascrivibile tra i persecutori della donna. Per questo citizengo.org promuove sul proprio sito una raccolta firme con cui opporsi a questa agenda ideologica.

La discussione si terrà oggi venerdì 17 giugno: abbiamo ancora qualche ora per tentare di influenzare l’agenda del Consiglio, tramite un’associazione amica che si occuperà di far presente le nostre istanze direttamente a Ginevra.

Fonte : http://www.citizengo.org/