Adozioni in Rdc. I genitori: “Purtroppo il nostro percorso adottivo è stato trasformato in un calvario. Non si trattano così i bambini e i loro genitori!”

Congo_300“Speravamo in un’adozione serena e felice. Invece è diventata un autentico calvario”. Così i genitori che hanno finalmente potuto accogliere i loro figli provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo definiscono la loro disavventura durata quasi 1000 giorni. Quasi 3 anni in cui di quei bambini, adottati regolarmente e rimasti bloccati in seguito alla moratoria sulle adozioni internazionali decisa dal governo di Kinshasa a settembre 2013, non hanno praticamente avuto notizie.

Intervistata per la trasmissione di Rai 1 “L’Estate in Diretta”, due di questi genitori, i torinesi Marina e Loris Ciampicale, hanno ripercorso quanto accaduto. “Il nostro iter è iniziato a giugno 2013 – hanno detto -. Ma dopo le prime foto e le prime notizie, dei nostri figli non abbiamo saputo più nulla. Un silenzio assoluto durato un anno e mezzo, fino all’arrivo a casa di Hawa”, la loro bambina, tanto attesa anche dal primogenito di casa Ciampicale, Silas, che oggi ha 8 anni. La gioia immensa, però, proprio non riesce a cancellare i tanti silenzi da parte delle istituzioni. “Questa mancanza di informazioni ci ha fatto soffrire”, ammettono i coniugi torinesi.

A farle eco, sempre nella puntata di “L’Estate in Diretta” del 16 giugno, è un’altra mamma che ha vissuto un’analoga odissea. È Laura Di Pietro, romana, mamma del piccolo Apollo. Anche lei ha dovuto attendere quasi 3 anni per abbracciare suo figlio. E anche lei è stata tenuta all’oscuro della sorte del bambino che aveva già adottato. “In questo periodo – ha raccontato intervistata dalla conduttrice Eleonora Danielenon abbiamo avuto quasi alcuna informazione. All’inizio speravamo di non essere coinvolti dal blocco, dato che le presunte irregolarità non riguardavano casi italiani. Con il tempo ci siamo accorti che il blocco sarebbe stato lungo. Nei pochi incontri avuti con la Commissione Adozioni Internazionali non abbiamo avuto notizie, ma solo rassicurazioni. Fino al giorno dell’arrivo di Apollo all’aeroporto di Fiumicino, quando si è toccato l’apice dell’inefficienza. Il piccolo, insieme ad altri, è stato negato all’abbraccio dei suoi genitori sul posto. Solo dopo un’estenuante trattativa nello scalo romano, finalmente quell’abbraccio è potuto avvenire.

A chi pensa che tutto sia finito, è la stessa Laura a spiegare che non è così. Le conseguenze di questo calvario continuano a farsi sentire, sui genitori e soprattutto sui bambini. “Nostro figlio, come tutti i bambini che hanno avuto questo percorso travagliato, ha bisogno di molte attenzioni, perché non sa cosa vuol dire affetto, è come se fosse più piccolo della sua età”, ha concluso la mamma romana.

Ecco quindi gli effetti di una gestione scellerata della crisi delle adozioni in Congo. Un caso portato avanti, evidentemente, da figure non preparate ad affrontare una tale situazione. Al contrario di quanto accadde in occasione di altre crisi, come quelle di Nepal, Cambogia e Ucraina. Con effetti drammatici che vanno oltre i quasi 1000 giorni di attese e silenzi e non si sa se, un giorno, potranno finalmente diventare solo un lontano ricordo.

 

Fonte: Genitori Rdc