“Quanti sono i minori fuori famiglia in Italia?” Biondelli (Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali) “Mancano i dati”. Brambilla (Presidente Commissione Infanzia) “Colpa delle Regioni”

bambino-solo2Quanti sono esattamente i minori fuori famiglia? Quanti quelli che sono accolti da una famiglia affidataria e quanti invece quelli che vivono nelle comunità educative? Domande semplici a cui basterebbe rispondere con un censimento che faccia il punto della situazione su scala nazionale e regione per regione. Ma avere questi dati aggiornati è quasi impossibile: un arcano, un mistero frutto di superficialità e, probabilmente, di poco interesse da parte delle istituzioni pubbliche. Risultato? Dati incompleti, disomogenei e soprattutto non aggiornati. Dalle Regioni, infatti, arrivano informazioni frammentarie per cui non è ancora possibile pubblicare dati nazionali sui minori fuori famiglia completi, aggiornati al 2013 e confrontabili con quelli degli anni precedenti.

A lanciare l’allarme il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Franca Biondelli, durante l’audizione che si è svolta l’11 novembre davanti alla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla (presidente della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza) nell’ambito dell’indagine sui minori fuori famiglia.

Spiace – ha sottolineato la presidente on. Brambilla – la scarsa attenzione mostrata da alcune Regioni. Il tema meriterebbe ben altro impegno”. Praticamente solo le Regioni del Centro-Nord (Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia, Province di Trento e di Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria) hanno risposto al questionario lanciato dal ministero del Lavoro con dati omogenei e  confrontabili: tra il 2012 e il 2013 si può constatare un piccolo aumento, da 15.196 a 15.532 accolti. Si conferma anche, dai dati nazionali disponibili, “la distribuzione sostanzialmente equa” tra servizi residenziali e affidi familiari che sono comunque più diffusi nelle regioni centrosettentrionali.

Un altro dato caratteristico, benché sia stato possibile censire solo una parte dei minori stranieri non accompagnati, è l’aumento della presenza straniera nei servizi residenziali: nel 2013 praticamente un ospite su tre era straniero, con un raddoppio dell’incidenza rispetto al 1998 (33 contro 16%). Comunque, hanno assicurato sia il sottosegretario che il direttore generale per l’inclusione e le politiche sociali, Raffaele Tangorra, prosegue l’impegno del ministero per raccogliere ed integrare i dati con l’obiettivo di pubblicare presto numeri nazionali più precisi.

In tre Regioni (Piemonte, Emilia Romagna e Campania) è stata anche lanciata una rilevazione sperimentale sulla qualità e sugli esiti dell’accoglienza. In tutte l’esito prevalente dell’affidamento familiare risulta essere il ritorno nella famiglia di origine (rispettivamente 37% dei casi, 35% e 46%).

Spiace che la mancata collaborazione di alcune Regioni – ribadisce la Brambilla –, purtroppo quasi sempre le stesse, ci impedisca di disporre fin d’ora di un quadro aggiornato e attendibile del fenomeno. L’attenzione dovrebbe essere proporzionale alla delicatezza del tema, invece così non è”.

Quindi i dati “più aggiornati” che si hanno risalgono al 2012, ovvero a quelli contenuti nel rapporto “Affidamenti familiari e collocamenti in comunità al 31.12.2012”, redatto dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: ad “oggi” sono 28.449 i minori nel nostro Paese, di cui 14.194 in affido familiare e 14.255 in comunità: ancora tanti, pur in leggero e costante calo dal 2007, quando erano 32.400. Di questi quasi i due terzi dei bambini tra gli 0 e i 2 anni temporaneamente fuori famiglia si trovano in comunità residenziali: sono il 64,2% (ovvero 955 minori), mentre solo il 35,8% (568 bambini) vive con una famiglia affidataria. Niente affatto trascurabile è anche il dato relativo ai piccoli tra i 3 e i 5 anni: in questo caso, la percentuale di minori accolti in strutture residenziali è minoritario rispetto a quella di coloro che vivono con dei genitori affidatari, ma i primi sono pur sempre il 42,7%, contro il 57,3% dei secondi, ovvero1.083 contro 1.561 minori. Paradossalmente, è dai 6 anni in su che si ricorre di più all’affido familiare:  La percentuale più bassa degli accolti in strutture residenziali si registra infatti nella fascia 6-10 anni: è del 38,6%, comunque più di uno su 3. Anche gli adolescenti fuori famiglia tra gli 11 e i 14 anni si trovano prevalentemente in affido familiare: il 54,2% contro il 45,8% che si trova in comunità.

Fonte : http://www.notizieinunclick.it/