Quel misterioso, fragile mondo in Siria dove il mio cuore trova ristoro

bambini di binnishSpesso ho la testa così immersa nelle sofferenze del popolo siriano, che sento il bisogno di scrollarmi di dosso l’assuefazione al Male che impregna i miei vestiti. Ho bisogno di credere che il destino di milioni di persone non si esaurisca lì, in quel groviglio di strazio, sconforto e disperazione di cui sentiamo tanto parlare, ma che ci sia “altro” cui aggrapparsi, per andare avanti.

Se da una parte credo sia giusto utilizzare i social media per sensibilizzare, denunciare e mantenere alta l’attenzione sulle atrocità e le ingiustizie che si consumano ogni giorno in Siria, dall’altra trovo necessario condividere di tanto in tanto anche un po’ di speranza: mi dà sollievo e mi spinge a ritenere che – in fondo – l’umanità non sia andata del tutto perduta, in questo angolo buio del mondo.

Ad aiutarmi in questo – paradossalmente – sono gli stessi colleghi siriani, che devono aver percepito questa mia esigenza e mi mandano sempre più spesso immagini positive e rinfrescanti; diverse, rispetto a quelle che siamo un po’ tutti abituati a vedere.

L’ultima che ho ricevuto risale a ieri sera: è la foto di quattro gemellini che hanno visto la luce nei giorni scorsi a Binnish. Neanche un anno fa era avvenuto un episodio analogo: una donna aveva partorito i suoi quattro figli letteralmente “sotto le bombe”, mentre era in corso un attacco sulla città. Ora, a quanto pare, il miracolo si è ripetuto.

I miei colleghi siriani sanno che le mie foto preferite sono proprio quelle che ritraggono i bambini. Specie se si tratta dei nostri bambini: quelli di Binnish e dei villaggi circostanti; che frequentano la ludoteca sotterranea di Ai.Bi.; che fanno la fila davanti al forno per ritirare il pane; che ricevono il latte in polvere. Quelli che stiamo supportando, non senza difficoltà, attraverso i nostri progetti. Mi sorprende, ogni tanto, vedere che c’è ancora in loro la voglia di giocare e di divertirsi. Mi chiedo dove trovino ancora la forza di sorridere, di rincorrersi per le strade delle loro città semidistrutte, di nascondersi in mezzo ai campi di grano.

Anche la primavera, con il suo trionfo di colori, è un tema piuttosto caro ai siriani, perché rappresenta simbolicamente la rinascita; a suo modo, l’arrivo della bella stagione è una buona notizia. Non è un caso, infatti, che da Binnish abbiano cominciato a mandarmi anche foto di fiori: non vogliono solo rendermi partecipe delle meraviglie della loro terra, ma anche di un autentico, profondo desiderio di pace.

Dunque è lì, fra i vicoli animati dalle grida dei bambini o nel silenzio della campagna; nella gioia di una madre che genera vita in circostanze straordinarie o nel variopinto spettacolo della natura che schiude i suoi tesori; è in quel segreto, misterioso e fragile mondo sospeso fra un rombo d’aereo e l’altro, che anche il mio cuore, ogni tanto, trova il suo ristoro.

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.