Quella povera croce sul petto di Francesco: si riapre la speranza per gli ultimi degli ultimi

papa_francesco_balcone_papa_francesco_getty__3__1Quella croce, nera, semplice e povera di Papa Francesco ” grida” tutta la sua forza :  ” Sono ancora in mezzo a voi, povero fra i poveri, abbandonato fra gli abbandonati . Qui mi troverete, se qui mi cercherete”.

Quella croce, oggi, è più che mai un segno di vera speranza. C’era  infatti qualcosa di misterioso , quasi magico, in quella fumata candida, che non sembrava mai aver fine: non una lunga e imperiosa striscia di fumo, ma la traccia indelebile di un cammino verso un orizzonte da riscoprire.

C ‘era sola quella croce sulla bianca veste di Francesco …e  un Papa si inchina di fronte “agli uomini e alle donne di buona volontà”:  “…e adesso,  insieme ,Vescovo e Popolo, incominciamo questo cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra di noi”.

La fiducia è la speranza di un uomo che ha sempre vissuto fra la gente e per la gente, pronto a schierarsi, con la forza della sua povera croce, al fianco dei più deboli e indifesi, come per esempio i bambini abbandonati e il loro diritto ad essere adottati da una ” vera ” famiglia,

E’ noto infatti  il pesante giudizio che la Presidente dell’Argentina Cristina Fernandez aveva dato sull’allora Cardinale Bergoglio per aver sostenuto che l’adozione alle coppie gay discrimina i bambini abbandonati: in tale occasione la Presidente aveva detto che il suo tono ricordava il Medioevo e l’Inquisizione.

Molto scalpore ha raccolto anche il suo intervento sui sacerdoti che negano il Battesimo ai figli delle donne sole e delle ragazze madri, definendoli ipocriti “persone che separano i figli di Dio dalla salvezza” ricordando che “queste povere ragazze che hanno avuto il coraggio di dare la vita al proprio bambino invece di rimandarlo al mittente, devono vagare talvolta da una parrocchia all’altra perché sia battezzato”.

Dove ci porterà il cammino di Francesco ? 

Da Vescoco, Jorge Bergoglio amava tanto andare alla “Villa 21”, un pezzo dimenticato di Buenos Aires, uno dei tanti labirinti di baracche fatiscenti, vicoli non asfaltati pieni di violenza e rabbia. E Don Jorge – come lo chiamavano gli argentini – spesso si recava lì a piedi, senza nessun mezzo, per andare a trovare i suoi amici, i suoi preti “villeros”, sacerdoti che vivono e lavorano negli slum con cui l’arcivescovo aveva stretto un solido rapporto, arrivando a creare un’apposita vicaria: la “villas miserias” .

E ora, dietro a quella croce, il suo cammino si apre su tutti i sentieri del mondo …