Quoziente familiare: cos’è, come si calcola e quali sono i vantaggi e gli svantaggi

Negli ultimi tempi si parla sempre di più di quoziente familiare, un nuovo sistema di tassazione basato sul numero dei componenti della famiglia. Vediamo di che cosa si tratta

Abbiamo già parlato del quoziente familiare (qua e qui).
Si tratta di un meccanismo che dovrebbe rendere più equa la tassazione delle famiglie, tenendo conto del reddito complessivo della famiglia e del numero dei suoi componenti. Una novità che potrebbe entrare in vigore in modo definitivo con la delega fiscale.

Ma come funziona il quoziente familiare e quali sono i pro e i contro di questo sistema?

Il quoziente familiare si basa sul principio che le famiglie più numerose hanno maggiori esigenze e spese, e quindi dovrebbero pagare meno tasse rispetto alle famiglie più piccole o ai single. Per questo, il quoziente familiare divide il reddito complessivo della famiglia per un coefficiente che dipende dal numero dei componenti, corretti per una scala di equivalenza. Il risultato è la base imponibile su cui si applicano le aliquote Irpef, che vengono poi moltiplicate per il numero dei componenti della famiglia.
I coefficienti assegnati a ogni membro del nucleo familiare sono:

  • 1 per single e per le vedove/i con almeno un figlio a carico;
  • 2 per coppia sposata o convivente;
  • 0,5 per primo e secondo figlio;
  • 1 per ogni figlio dopo il secondo.
  • 0,5 per i genitori soli con almeno un figlio a carico;
  • 4 in presenza di terzo figlio (e oltre) o di figli disabili a carico.

Per esempio, una famiglia composta da due genitori e due figli con un reddito complessivo di 50.000 euro avrebbe un quoziente familiare di 50.000 / (2 + 0,5 + 0,5) = 16.667 euro.
Su questa base imponibile si applicherebbe l’aliquota Irpef.
Il quoziente familiare, quindi, potrebbe avere dei vantaggi per le famiglie numerose, che pagherebbero meno tasse e avrebbero accesso a maggiori agevolazioni, bonus e misure di sostegno. Inoltre, il quoziente familiare potrebbe incentivare la natalità e ridurre le disuguaglianze tra i nuclei con e senza figli.
Tuttavia, potrebbe comportare una perdita di gettito fiscale per lo Stato, tra il 2% e il 3%, perché la divisione del reddito per un coefficiente fisso abbatterebbe l’imponibile, riducendo il gettito che normalmente si ottiene dalle imposte con aliquota progressiva. Questa perdita dovrebbe essere recuperata con altre misure compensative, che potrebbero incidere sulle tasche dei contribuenti.
Inoltre, potrebbe favorire le famiglie più ricche a discapito di quelle più povere, perché il quoziente familiare non tiene conto del patrimonio immobiliare, come invece fa l’Isee. Così, una coppia che guadagna tanto e ha due case di proprietà ma ha tre figli avrebbe un quoziente familiare alto tanto da avere accesso a diverse agevolazioni che altrimenti non avrebbe con l’attuale Isee.
Infine, il quoziente familiare potrebbe essere meno vantaggioso per le famiglie più piccole o i single, che avrebbero un quoziente familiare basso e pagherebbero più tasse rispetto al sistema attuale.