Radicali: «Ai.Bi. ha ragione, ma anche noi siamo dalla parte dei bambini»

Pubblichiamo la replica dei Radicali Italiani ad AiBiNews del 22 maggio scorso (click sul link per leggere il dibattito precedente).

ROMA 30 maggio- «Alcuni giorni fa è stato pubblicato, su queste pagine, un articolo intitolato “Quando i bambini hanno diritto ad essere adottati da un single?” il cui incipit riprende un comunicato di Radicali Italiani firmato dalla senatrice Donatella Poretti e dal sottoscritto.

In quel comunicato proponevamo, in sintesi, un “ampliamento dei diritti di adozione relativamente a persone singole e di coppie non unite dal vincolo matrimoniale. In Italia 35.000 minorenni vivono al di fuori del nucleo familiare e molti di questi, a causa del calo costante delle coppie disponibili ad adottare causato a sua volta dai proibitivi e antiquati limiti imposti dalla legge e costi associati, passeranno la propria vita, fino al raggiungimento della maggiore età, nelle strutture d’accoglienza”.

Ad Ai.Bi., associazione che da tempo seguiamo con interesse crescente, abbiamo chiesto una valutazione delle nostre proposte. Da qui è nato appunto il dibattito tra Amici dei Bambini e Radicali, dai toni abbastanza accesi. Ci è stato detto: “prima di aprire bocca a sproposito, occorre essere ben informati”, “i Radicali […] non conoscono la realtà dell’infanzia in difficoltà”, “non risulta che i Radicali si stiano ponendo l’obiettivo di far realizzare la Banca Dati” dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione. Tutte affermazioni che disconoscono il lavoro che a livello istituzionale e civile abbiamo portato svolto in questi anni.

La questione da affrontare con estrema urgenza è quella sollevata da Ai.Bi., ossia “rendere adottabili i minorenni che oggi vivono fuori della famiglia, perché in realtà in massima parte non lo sono, trattandosi di ragazzi che vivono lontani dai genitori biologici a causa di situazioni di difficoltà sociale o psicologica in cui si trovano i genitori stessi”. Questione sollevata da tempo anche da noi Radicali e racchiusa nel nostro comunicato dove parliamo di “proibitivi e antiquati limiti imposti dalla legge” che di fatto vanno a contrastare un corretto processo adottivo, che dovrebbe essere il meno traumatico possibile per i minorenni, che si ritrovano in una situazione così complicata nella fase decisiva dello sviluppo della persona.

Altra questione prioritaria, proprio perché l’Italia è già fuori tempo massimo, è l’istituzione della Banca Dati dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione, prevista dalla legge 149/2001 e ancora – dopo 11 anni! – in “fase di collaudo”. Su questo i Radicali hanno già presentato numerose interrogazioni alla Camera e al Senato che, come nelle ultime legislature accade sempre più spesso, non hanno mai ricevuto risposta. Inutile si è dimostrata anche la continua sollecitazione presso il Ministero della Giustizia.

I diritti stanno da una parte sola, Ai.Bi. ha ragione, non dalla parte delle persone singole o delle coppie: in questo caso i diritti stanno dalla parte dei minori. Soprattutto a loro va riconosciuto e garantito il diritto alla vita familiare. E proprio per questo i nostri parlamentari, con il sostegno di Radicali Italiani, Certi Diritti e Lega per il Divorzio Breve, hanno dedicato, dal 15 maggio 2008 a oggi, un forte impegno per la presentazione di tre proposte di legge alla Camera e sette disegni di legge al Senato su questo tema. Tra queste ricordiamo soprattutto la proposta di riforma del diritto di famiglia, attraverso modifiche del codice civile, a prima firma della deputata radicale Rita Bernardini».

Matteo Mainardi

Giunta di Segreteria di Radicali Italiani e Associazione Radicale Certi Diritti