Renzi presidente della Cai: le reazioni degli enti autorizzati

bimbiafricani200E’ la prima volta che le adozioni internazionali hanno tenuto banco in campagna elettorale. Il tema è stato tirato fuori da Matteo Renzi in più occasioni (vedi news ‘Renzi presidente della Commissione Adozioni Internazionali: la prima volta di un Presidente del Consiglio). Adesso le sue parole possono diventare azione politica. Si può leggere così la scelta del premier di trattenere per sé la Presidenza della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI). Contrariamente ai suoi predecessori, Renzi ha deciso di non dare ad alcun ministro o sottosegretario la delega alle adozioni internazionali, preferendo seguire il tema in prima persona.

Non sono mancate le reazioni a questa novità da parte di chi opera nel settore.

Raggiunta al telefono, Anna Maria Colella, presidente dell’Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali, dichiara «In questo momento così delicato, auspico che il Presidente Matteo Renzi possa sostenere con il suo impegno e la sua energia l’incontro dei bambini senza famiglia che vivono nei Paesi d’origine con le famiglie italiane che desiderano accoglierli come figli. La legge 476/98 è un’ottima legge nel panorama europeo ma necessita di modifiche per rispondere ai cambiamenti che osserviamo nello scenario internazionale; sarebbe infatti importante rivedere la struttura della Commissione e valorizzare le competenze e le professionalità degli operatori pubblici delle Regioni e dei Servizi Territoriali, oltre che potenziare e sviluppare le attività degli Enti Autorizzati pubblici e privati e delle Associazioni di volontariato. Buon lavoro, Presidente!».

Gianfranco Arnoletti, presidente del Cifa, ha sottolineato: «Dal punto di vista politico mi interessa molto, perché questa delega ce l’ha un politico che dimostra di aver voglia di fare delle cose. Bisognerà vedere alla prova dei fatti. E sta cercando di farlo velocemente. A una condizione: che metta in condizione la vicepresidente, perché l’operativo vada avanti. Se per convocare una riunione, bisognerà aspettare che il politico si faccia vivo, sarebbe di nuovo palla al piede. Vorrei che fosse solo un’opportunità e non un rallentamento». Circa le priorità che il presidente dovrebbe definire, Arnoletti ribadisce: «Serve che il Governo definisca al più presto una strategia per le adozioni internazionali. La crisi delle adozioni è un dato di fatto. Mi piacerebbe capire se dobbiamo assistere impotenti alla diminuzione delle adozioni o se invece possiamo sperare in un intervento volto a cambiarne la direzione. Negli ultimi due anni abbiamo vissuto giorno per giorno senza obiettivi». Non nasconde le sue perplessità Monia Ferritti, presidente del Coordinamento delle Associazione familiari adottive e affidatarie in rete (Care). La quale dice:« Siamo contemporaneamente perplessi e soddisfatti. Il carico di attività del premier è avanzato e in questo momento c’è bisogno di una convocazione urgente della Cai che non si riunisce da quattro mesi e quindi se manterrà con sé le deleghe, io non sono certa di questo, spero si occuperà attivamente della Commissione».

Paola Crestani, presidente del Ciai, si augura «un segno forte di discontinuità con il passato», ma soprattutto detta l’agenda al presidente della Cai:  «Serve convocare gli enti che non si riuniscono da due anni, bisogna affrontare le situazioni critiche in Congo o in Kirghizistan, e trovare risorse per la CAI, finora impossibilitata ad accogliere una delegazione o andare all’estero a firmare un accordo. Come altri addetti ai lavori, la Crestani dichiara: « Ho solo  il timore che il Presidente sia sopraffatto dagli impegni e il fatto che lui non sia presente fisicamente in commissione possa diventare ancora un alibi per non prendere decisioni».

Positivo il giudizio di Cristina Nespoli, presidente di Enzo B: «Dubito che Renzi potrà presiedere le sedute della Cai, ma non è questa la questione. Io mi aspetto che lui detti la linea politica delle adozioni, che dica dove l’Italia intende andare: da troppo tempo le adozioni non hanno un’attenzione politica. Serve non affrontare nelle singole situazioni, ma metterle insieme e avere uno sguardo collettivo e collegiale, anche in Europa».

Ottimista è anche Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., che le parole di Renzi non le dimentica e afferma: «Dalle dichiarazioni che ha fatto ai tempi delle primarie, credo che Renzi voglia fare davvero la riforma delle adozioni. È l’unica chance che abbiamo, il sistema sta morendo: tra le coppie che si avvicinano alle adozioni in questi primi mesi del 2014 c’è un calo del 40%, i tribunali si sono irrigiditi ulteriormente e fanno sempre più spesso decreti di idoneità vincolati, con una pesantissima cultura della selezione».  Per il Presidente di Amici dei Bambini, Renzi potrà essere la svolta positiva. Perché ribadisce Griffini «abbiamo bisogno di una Cai politica, che non si limiti alla burocrazia o all’amministrazione delle adozioni. Importante anche la presenza della vice-presidente Silvia Della Monica. Ci sono le condizioni per una svolta e per una vera riforma delle adozioni. Noi e altri enti siamo disposti ad azzerare tutti i mandati, per riscrivere le regole del gioco».