Repubblica Democratica del Congo: sfuggire alla guerra, ma morire di morbillo!

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100Nel 2012 più di 2.000 bambini sono morti di morbillo a causa delle epidemie segnalate in 11 province della Repubblica Democratica del Congo, dove si sono registrati 73.314 casi. La provincia più devastata dai combattimenti è stata quella Nord Kivu, dove solo l’anno scorso il numero dei casi di morbillo è drammaticamente aumentato a 705, sei volte superiore all’anno precedente.

Era stata la stessa Rappresentante UNICEF in Congo, Barbara Bentein, a lanciare questo appello: “Fino ad ora, i figli del Nord Kivu sono sopravvissuti allo sfollamento, ai combattimenti e alla fame. Ora corrono il rischio di morire di morbillo, una malattia del tutto prevenibile. Un’epidemia di morbillo può diffondersi a macchia d’olio, e i bambini sfollati sono particolarmente vulnerabili. Dobbiamo garantire che tutti i bambini tra i 6 mesi e i 15 anni siano vaccinati “.

Nella Repubblica Democratica del Congo è partita una massiccia campagna di vaccinazione contro il morbillo, promossa congiuntamente dal Ministero della Salute, l’OMS, l’UNICEF e il suo partner Merlin.

Iniziata il 22 gennaio, la campagna è durata cinque giorni e ha coinvolto 1.133.601 minori, ben il 96% dei bambini tra i 6 mesi e i 15 anni di sette distretti sanitari diversi: Karisimbi, Ruthuru, Binza, Rwanguba, Masisi, Kirotshe e Beni.

Il morbillo è un’infezione altamente contagiosa delle vie respiratorie virali e attacca il sistema immunitario, il che rende i bambini vulnerabili alle infezioni mortali. Molti minori ne muoiono di morbillo e i pochi superstiti restano spesso disabili per tutta la vita con problemi mentali, di cecità o sordità.

Per evitare altri focolai, il Governo della RDC, l’UNICEF e i suoi partner stanno lavorando senza sosta per raggiungere tutti i bambini a rischio attraverso questa campagna di vaccinazione di massa, organizzata con il sostegno del Dipartimento Britannico per lo Sviluppo Internazionale (DFID) e l’appoggio dell’Ispettorato Provinciale della Salute.

I minori in Congo sono più di 40 milioni e rappresentano più della metà della popolazione (55%). Il numero di quelli in assistenza statale o fuori famiglia ammonta ad 1.500.000.

Nella Repubblica Democratica del Congo, Amici dei Bambini opera dal 2007 con un programma di sostegno all’infanzia abbandonata attraverso alcuni interventi che sono concentrati in 7 centri.

Nell’area di Kinshasa Ai.Bi lavora insieme al centro COLK (Centre Orphelinat Lisangaya Klisto), al MHEED (Maison d’Hebergement et d’Education des Enfants en Difficulté) e alla nuova Casa Famiglia Ange Gabrielle (in attivazione) che hanno l’obiettivo di contribuire al progetto di vita dei bambini, provvedere al sostegno alimentare, fornire cure mediche, identificare i minori per dar loro un’identità e provare a rintracciare le famiglie di origine e, infine, dare loro sostegno scolastico.

Altri due centri, sempre a Kinshasa, sono l’AESD (Aide Aux Enfants en Situation Difficile) e il CDEPMOV (chiamato anche Maman Kulutu), un piccolo ambulatorio medico per l’assistenza alla maternità, con lo scopo di supportare le donne incinte in difficoltà e di offrire una chance di sopravvivenza in più ai loro bambini.

Altre due strutture si trovano invece a Goma e sono il Centro SPD (Solidaritè pour la promotion de la paix, le développement Intègral et la lutte contre le VIH/SIDA) e il centro FED (Femme et le développement), entrambe impegnate nell’emergenza Goma (qui metteremo il link dela campagna emergenza Goma), dove i disordini causati dalla conquista della città da parte del gruppo di ribelli M23, iniziati lo scorso novembre, hanno portato a qualcosa come 200.000 sfollati.

L’emergenza morbillo rende quanto mai urgente un ulteriore sforzo a sostegno di questi minori che rischiano la propria vita per una banale infezione prevenibile con un semplice vaccino.

Potrai anche tu aiutare un bambino di questi Centri con un sostegno senza distanza da 50 euro mensili. Leggi le loro storie vai sul sito www.sostegnosenzadistanza.it