Riforma Adozioni Internazionali: per l’89% dei votanti la legge e’ da cambiare

Al referendum lanciato nei giorni scorsi da Ai.Bi. “Secondo voi è ora di cambiare la legge sulle adozioni internazionali?” l’89% dei votanti ha risposto sì.

Una chiara presa di posizione quella dei lettori che ritengono dunque la legge 476 del 1998 (entrata in vigore nel 2000), che regolamenta nel nostro Paese anche le adozioni internazionali, datata e con la necessità di cambiamenti.

Apriamo quindi il dibattito cercando di capire quali potrebbero essere i punti nodali da modificare, sentendo l’opinione sia degli esperti ma anche di tutti coloro che vorranno intervenire.

Pubblichiamo oggi alcuni dei commenti lasciati dai lettori del nostro sito:

“Ho votato “si” al referendum, ma un argomento così importante non si può liquidare con un sì o con un no, deve poter essere argomentato. Per quanto mi riguarda la legge sulle adozioni internazionali deve senz’altro prevedere uno snellimento, così come sarebbe indicato per tutto il sistema giuridico italiano. Ma una lacuna va comunque immediatamente colmata: l’estensione della possibilità di adottare all’estero da parte del single, l’orfano con handicap, come gia’ contemplato dalla legge per l’adozione nazionale.
La corte di Cassazione si e’ gia’ pronunciata in tal senso in alcune sue sentenze rilevando che non ci può essere discriminazione tra un bambino italiano ed uno di uno stato estero…”.

Maria Stefania Funari
Ascoli Piceno

 

 “Messa in questi termini chi direbbe che l’attuale legge non vada cambiata? Ogni legge è perfettibile! Semmai il punto è: chi dovrebbe scriverla? La logica che gli operatori del campo oppure l’utente ultimo di un servizio sia la migliore fonte da cui trarre una origine mi sembra utopico quanto pretestuoso. Sarebbe come dire ad un operaio: “Scrivi tu, da solo, Il tuo orario di lavoro e la tua paga base” oppure, che è lo stesso, ad un consumatore “Tu che lo compri, a quanto vorresti che fosse venduto il pane?”
Personalmente credo che le cose vadano ragionate. Di certo l’ultima apertura da parte del “popolo” ad accondiscendere alle adozioni da parte dei single, uno dei motivi per cui si potrebbe/vorrebbe cambiare la legge, avrebbe tante di quelle ripercussioni che andrebbero contro le intenzioni della promozione di questo sondaggio. Infatti, per esempio, i tempi di attesa, per l’adozione del minore, si dilaterebbero notevolmente con l’ “ingresso in lista” di single!
Per i costi… beh sinceramente credo, per quanto alti, non limitino la “disponibilità” dell’accoglienza: ci sono infatti paesi e paesi tra i quali poter “scegliere” a partire non solo dal flusso di bambini dato in adozione ma anche ad iniziare dalle condizioni economiche della famiglia ricevente il minore, la quale dovrà affrontare lungo tutto l’iter spese notevole…”

Antonio.

 

“Sono convinto che la pesante prassi amministrativa e le alte spese siano i due argomenti che più di ogni altro fanno desistere molte coppie dall’intraprendere il cammino dell’adozione internazionale.
Ben venga quindi una revisione dell’attuale legge”.

Paolo Capitanio

 

“Io e mio marito siamo in attesa del decreto, attesa angosciante, perché non e’ possibile attendere tanti mesi, molto tempo perso, purtroppo!!! e la strada da fare, e’ molto lunga. La legge va a mio avviso, rivista in più modi, perché se ci sono tanti bimbi in cerca di affetto, e che non hanno nulla da mangiare, bisogna necessariamente abbattere i tempi, e credo che se si ha un cuore, anche chi fa’ le leggi lo potrà affermare!!! L’Italia come sempre appare un paese emancipato, ma non l’ho e’!!!! La logica vuole semplificare i tempi e rivedere l’idoneità, cioè penso a quelle coppie, che desiderano adottare, ma non possono perche’ non hanno una casa di proprietà, non voglio essere molto critica, ma bisogna smussare parecchi angoli…un abbraccio”

Valentina

 

“Non scendo nei particolari della Legge in vigore, ma piuttosto nell’esperienza personale che io e mio marito stiamo vivendo dal 2008, anno in cui abbiamo dato la disponibilità all’adozione al TDM.
Nel 2010, finalmente è giunto il decreto per l’adozione internazionale e, dopo varie incertezze, abbiamo scelto un Ente, revocato due mesi fa, dopo sei mesi di comunicazioni pretestuose, contraddittorie e, spesso anche offensive.
Quello che abbiamo capito, a nostre spese, è che nel percorso adottivo si è soli e ancor più se si riflette sul fatto che ci sono dei limiti per alcuni paesi difficili da superare.
Parlo innanzitutto dei soggiorni di due, tre mesi e oltre, tempo che non a tutte le coppie è possibile trascorrere fuori dall’Italia per motivi di lavoro o personali.
Sono gli accordi tra i paesi che vanno cambiati.
Mi chiedo, visto che l’argomento è sempre l’interesse del minore: come mai, ad esempio, per adottare nelle Filippine basta un solo soggiorno di 10 gg. e per l’America Latina occorrono minimo 2 mesi. Per non parlare poi del Kenya, dove il soggiorno è talmente lungo che già, da solo, scoraggia l’inizio di un eventuale iter adottivo.
E sono solo alcuni dei paesi che andrebbero citati…”

 Anna Elisa Fusco