Roma. Incontro fra Papa Francesco e il Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Kabila: il ruolo della Chiesa locale nella attuale crisi politica del paese africano

kabi-e-franciA seguito dei cruenti fatti accaduti nella Repubblica democratica del Congo, Papa Francesco questa mattina, 26 settembre, ha ricevuto in Vaticano il presidente Joseph Kabila Kabange che si è soffermato privatamente con il Pontefice per venti minuti.

Al termine dell’incontro Bergoglio ha donato a Kabila, presidente del Paese africano da più di quindici anni, i tre testi che consegna ai capi di Stato, Evangelii Gaudium, Laudato Si’, Amoris Laetitia, e la medaglia del pontificato. Durante i cordiali colloqui sono state evocate le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica Democratica del Congo, con particolare riferimento all’importante apporto della Chiesa cattolica alla vita della Nazione con le sue istituzioni di carattere educativo, sociale e sanitario, nonché per lo sviluppo e la riduzione della povertà.

In tale contesto, è stata espressa reciproca soddisfazione per la firma dell’Accordo quadro tra la Santa Sede e lo Stato, avvenuta il 20 maggio scorso. È stata sottolineata l’importanza della collaborazione tra gli attori politici e i rappresentanti della società civile e delle comunità religiose, in favore del bene comune, attraverso un dialogo rispettoso e inclusivo per la stabilità e la pace nel Paese.

Il Congo vive infatti da anni una situazione politica e sociale delicata e precaria; la posizione del presidente, in particolare, è fortemente criticata, anche da parte della Chiesa cattolica locale e di altre confessioni religiose.

Monsignor Donatien Bafuidinsoni, ausiliare di Kinshasa (a Roma per partecipare al seminario di studio organizzato dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli), ha messo in evidenza che da mesi la Conferenza episcopale del Congo (Cenco) lavora per favorire un dialogo nazionale che includa tutti i gruppi politici e punta a sostenere il lavoro del tavolo negoziale presieduto dal togolese Edem Kodjo. “Noi dobbiamo essere presenti, aiutare questa giovane democrazia in grave difficoltà, non solo come Chiesa ma anche come figli di questo Paese”.